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Richiesta in coro per Agsm: «Sospenda le bollette a imprese e cittadini»

La Lega addirittura chiede la sospensione delle bollette in tutta Italia fino a settembre. E a Verona sono tutti i gruppi di minoranza a chiedere uno sforzo alla più importante azienda controllata dal Comune

Nonostante l'annuncio dell'ex presidente Michele Croce, Agsm non ha sospeso il pagamento delle bollette dei propri clienti costretti a rimanere a casa per l'emergenza coronavirus. Un provvedimento chiesto da tanti. 

A livello nazionale, la Lega aveva presentato un emendamento al Cura Italia proprio per sospendere le bollette fino a settembre su tutto il territorio. La proposta non è passata in Senato, ma i leghisti sono pronti a rilanciarla alla Camera. «Ci aspettiamo il sostegno anche dei parlamentari degli altri schieramenti: sul sostegno a famiglie e imprese non possono e non devono esserci divisioni», ha detto il deputato veronese della Lega Paolo Paternoster. Intanto la consigliera di amministrazione di Agsm Francesca Vanzo, in quota Lega, ha scritto al presidente della multiservizi Daniele Finocchiaro e alla direttrice Daniela Ambrosi per chiedere di mettere in campo, con la massima urgenza, tutte le iniziative utili a sollevare le famiglie, in questa difficile fase, dai costi e dagli extra-costi dovuti alla permanenza in casa.

A livello locale, sono tutti i gruppi di minoranza del consiglio comunale di Verona a chiedere «la sospensione del pagamento delle fatture e delle bollette emesse dalle aziende del gruppo Agsm per le aziende e per i cittadini veronesi che sono in difficoltà», si legge in una nota congiunta. I consiglieri di opposizione hanno chiesto che la sospensione, sotto forma di mozione, sia votata durante la seduta del consiglio comunale in cui è all'ordine del giorno il bilancio.

E sempre dalla minoranza arriva un commento su un altro tema connesso alla più importante azienda controllata dal Comune di Verona, ovvero l'accordo di aggregazione tra Agsm, Aim e A2A. Un'indiscrezione dava per raggiunto questo accordo, anche se le tre aziende interessate hanno smentito tale indiscrezione. «Una smentita che non smentisce nulla», ha commentato il consigliere di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco. «La smentita conferma che il percorso di fusione sta andando avanti - prosegue Bertucco - Siamo ad aprile e ancora nessuno, tranne pochi eletti, sa di preciso di che cosa si sta parlando. Il consiglio comunale di Verona non è stato mai informato. Il destino della più grande partecipata della città viene deciso nei corridoi o, più probabilmente, nelle segreterie di partito con il solito meccanismo del "do ut des" e delle compensazioni politiche. Tutto questo è inaccettabile. Tutti i passaggi che hanno portato a dichiarare infungibile la proposta di A2A cestinando tutte le altre offerte pervenute restano un mistero. Sparito dai radar anche il tema delle tutele occupazionali per i lavoratori coinvolti. È necessario convocare al più presto le commissioni consiliari competenti per illustrare ai consiglieri il piano e le relative tempistiche».

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