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Nuovo stadio, PD: «Non convince neanche l'elettorato di Sboarina»

Il 56% degli intervistati da un sondaggio hanno dichiarato che si può andare avanti benissimo con l'attuale Bentegodi. Ed i dem attaccano sindaco e Lega anche sul filobus

«Malgrado l'enfasi usata dal sindaco Federico Sboarina, il progetto del nuovo stadio non convince nemmeno il suo potenziale elettorato». I consiglieri comunali del Partito Democratico di Verona Federico Benini, Elisa La PagliaStefano Vallani hanno commentato alcuni dati contenuti su di un sondaggio realizzato con un occhio alle prossime elezioni comunali del 2022. Il 56% di coloro che hanno risposto al questionario pensa che il Bentegodi possa benissimo restare così com'è. Solo il 21% si dice d'accordo con il progetto della Nuova Arena di Verona, l'impianto sportivo che dovrebbe nascere dopo la demolizione dell'attuale stadio di Piazzale Olimpia. «I contrari alla proposta - hanno aggiunto i consiglieri PD - oscillano da un massimo del 64% tra gli elettori di centrosinistra ed un minimo del 53%, che sono gli elettori di Sboarina. Questo la dice lunga sulla concretezza delle proposte del sindaco, che continua a cantare le lodi del progetto, invece di pensare alle misure urgentissime a sostengo di categorie economiche e cittadini che l'ondata di ritorno della pandemia richiede».

Il sondaggio boccia l'attuale amministrazione anche su un altro argomento: il filobus. Il 52% degli intervistati non sono per nulla soddisfatti dell'operato del sindaco e della sua squadra, tanto che la Lega ha subito tentato di smarcarsi. Dal principale partito di maggioranza sono giunte dichiarazioni che lascerebbero intendere una non condivisione della scelta di risolvere il contratto con l'associazione temporanea di impresa (Ati) incaricata di realizzare l'opera. Ma per il PD, quello leghista è un «inguardabile siparietto» perché «proprio la Lega parla di mancata condivisione quando gestisce l'assessorato alla mobilità ed alle infrastrutture? - commentano i consiglieri democratici - Cosa faceva l'assessore Luca Zanotto mentre Sboarina e Barini decidevano di rescindere il contratto con l'Ati? Non risulta avere avversato la decisione nemmeno il vicepresidente di Amt, anche lui leghista. Di che cosa stiamo parlando, dunque? La situazione di empasse che si va creando, con l'apertura di un colossale contenzioso con le imprese appaltatrici a cantieri ancora bloccati, nonché il rischio di perdere una volta per tutte il finanziamento pubblico, sono responsabilità dell'intera amministrazione, Lega compresa».

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