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Soardi, Segantini e il malcostume della Lega

Il motto Roma Ladrona sembra oramai poco pi che un ipocrita ricordo

Sono giorni che non possono lasciarci indifferenti questi che vedono oramai costantemente salire agli onori della cronaca il malcostume degli amministratori leghisti ai più svariati livelli. Sono giorni che ricordano un passato non troppo lontano nelle nostre memorie.

Ben noto, a livello nazionale, lo scivolone del governatore friulano Ballaman, definito recordman delle “auto blu”, costretto alle dimissioni, ma non certo più edificanti sono gli esempi veronesi. Da Soardi, sindaco di Sommacampagna ed ex presidente di ATV, indagato per truffa, peculato e abuso d’ufficio, a Segantini, padre del sindaco di Zimella Alessia Segantini, reo confesso di ben 16 capi d’accusa per corruzione.

Il motto “Roma Ladrona” sembra oramai poco più che un ipocrita ricordo. In un momento in cui alla politica si chiede di ricucire lo strappo creatosi nel rapporto con i cittadini, in cui l’impegno primario dovrebbe essere il ridare dignità ad una politica vista unicamente nella sua degenerazione, l’ostinazione di una classe dirigente che rifiuta di assumersi le proprie responsabilità è inaccettabile.

A render il quadro ancor più inquietante vi sono infine le analogie con il medesimo mal costume che ha segnato gli ultimi anni della prima repubblica, analogie nei modi ma non nei tempi: la DC riscontro questa tendenza dopo trent’anni di governo, il PSI dopo venti … la Lega Nord vi è giunta in due soli anni. È la rapidità con cui questa tendenza giunge a concretizzarsi a gettare l’ombra più cupa in questa situazione che non possiamo che dare, oramai, per acquisita.

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