Il sindaco Tosi risponde alle critiche del Pd sulla gestione dell'Arena di Verona

Non sono piaciute al sindaco Tosi le critiche provenienti dalla minoranza Pd in Consiglio comunale, a proposito della gestione dell'Arena. In particolare gli strali polemici dei consiglieri vertevano sul rincaro subito dal ticket d'ingresso, non più di 6 euro così come fino a febbraio scorso, bensì elevato a 10 euro. E a fronte di nessuna modifica sostanziale nella qualità del servizio offerto, perché in fondo far pagare di più qualcosa si può anche fare, ma il sovrapprezzo dovrebbe pur essere giustificato in qualche modo. Ma così non è, stando alle condizioni immutate da tempo immemore per chiunque si appresti a visitare l'anfiteatro scaligero: sarebbe quanto meno legittimo aspettarsi almeno un foglietto informativo bilingue che indichi le caratteristiche salienti del principale monumento cittadino, e invece nemmeno quello. Evidentemente c'è chi confida che tutti quanti i numerosi turisti provenienti dal Mondo intero a Verona, abbiano conseguito lauree e master in campo archeologico, o che ad ogni modo siano dotati di un'altissima preparazione in campo storico. Inutile dunque investire in progetti culturali di valorizzazione del patrimonio locale, è sufficiente conservare, basta insomma che l'Arena non crolli a pezzi, per il resto l'unica modifica da apportare è quella relativa al prezzo del biglietto per fare cassa.

Così mentre le critiche mosse dal Pd si arricchivano di un esempio virtuoso proveniente dalla Francia, dove per entrare nell'Arena di Nimes si pagano 7 euro a fronte anche di servizi all'avaguardia (tra cui diverse App per smartphone), il sindaco Tosi in tutta risposta ha voluto sottolineare che a Roma le cose vanno peggio che a Verona. Per entrare al Colosseo si paga 12 euro e mezzo e il servizio, così spiega il sindaco scaligero, è persino peggiore. E a Roma governa quel Marino che fa capo al Partito Democratico, quindi che i consiglieri comunali veronesi tacciano e pensino agli affari loro. Se questo è il livello della discussione politica, poi non ci si può certo aspettare granché. Tanto peggio, tanto meglio, di esempi di gestione scadente dei beni culturali in Italia se ne possono trovare a bizzeffe, il problema è però un altro: bisogna fare una scelta di campo, stare tra gli ultimi in classifica oppure eccellere. E Verona, città patrimonio dell'Unesco non per la presenza dell'Arena come in molti credono, ma per l'ampio numero di importanti siti archeologici tra i quali lo stesso anfiteatro, avrebbe davvero tutto per divenire un'eccellenza a livello europeo se non mondiale.

Insomma, si tratta di capire se si vuole prendere ad esempio un modello virtuoso, per poter infine divenire virtuosi, oppure limitarsi a guardare dove le cose vanno peggio per giustificare le proprie mancanze. Così come riferito dal quotidiano l'Arena, il sindaco Tosi in merito non pare tuttavia voler sentire troppe ragioni: "Non capisco perché il Pd veronese polemizzi sul fatto che il biglietto d'ingresso alla nostra Arena costa 10 euro quando per entrare al Colosseo (notoriamente e visibilmente peggio conservato del nostro anfiteatro) nella Roma governata dal Pd costa 12 euro e mezzo, anche se capisco che, con l'aria che tira nella capitale, nessuno guarda al biglietto del Colosseo per fare polemica politica. Comunque, anche se il numero dei visitatori è calato rispetto all'anno scorso circa del 9%, l'incasso della biglietteria è aumentato quasi del 30%: il compito del Comune è, nonostante le ristrettezze cui ci hanno ridotto i governi, quello di trovare le risorse per fare i lavori indispensabili alla tutela del monumento".