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Sigarette elettroniche, l'Oms: «Rischi per la salute». Salvini le difende, Rotta lo attacca

«Ci sarà mica dietro lo zampino di qualche lobby?», ha dichiarato il ministro commentando il rapporto dell'Organizzazione mondiale della sanità. Replica della dem Alessia Rotta: «Una delle principali aziende del settore, ha contribuito alla campagna elettorale della Lega»

Nel lungo rapporto pubblicato dall'Oms, l'Organizzazione mondiale della sanità, in merito al vaping e alle cosiddette "sigarette elettroniche", lo scenario emerso sfuma di molto il giudizio di chi creda che quest'ultime siano perfettamente innocue. All'interno del documento si possono infatti leggere affermazioni che ridimensionano molti dei pareri "ottimistici" circa l'utilizzo di questi prodotti che, secondo il rapporto Oms, «non sono privi di rischi» ed il cui «impatto a lungo termine sulla salute e sulla mortalità è ancora sconosciuto. Esistono prove indipendenti insufficienti - si legge sempre nel rapporto Oms - per sostenere che l'uso di questi prodotti possa aiutare le persone a smettere di usare il tabacco convenzionale».

In buona sostanza entrambi i pilastri della cultura delle sigarette elettroniche, vale a dire «fanno meno male» e «aiutano a smettere di fumare», vengono rigorosamente posti in dubbio dal rapporto Oms. In particolare in riferimento al secondo pilastro, il rapporto evidenzia piuttosto il ragionamento inverso, cioé a dire che le sigarette elettroniche, invece che aiutare a smettere di fumare tabacco tradizionale (cosa di per sé eventualmente anche possibile), possono altresì costituire un «rischio per i non fumatori che iniziano a usarle, in particolare i giovani». Circa il primo pilastro, invece, la smentita dell'Oms è tutta racchiusa in quest'altro passaggio del documento: «Le prove disponibili non supportano l'affermazione dell'industria del tabacco secondo cui questi prodotti sono meno dannosi rispetto ai prodotti del tabacco convenzionali».

Lo scorso 19 maggio 2019, il ministro dell'Interno Matteo Salvini giunse in visita ufficiale dapprima a Valeggio sul Mincio per la campagna elettorale della candidata sindaco leghista, poi in fiera a Verona dove si stava svolgendo "Vapitaly", forse il più importante appuntamento del settore a livello nazionale. In entrambe le circostanze il ministro dell'Interno e leader della Lega espresse pareri favorevoli al vaping e alle sigarette elettroniche: «Grazie al vaping si risparmia in salute, - aveva dichiarato Salvini - e quindi fa bene anche allo Stato cosa non trascurabile». «Pretendo che ci sia parità di condizioni tra vaping e tabacco, - aveva sempre dichiarato il ministro dell'Interno in quella circostanza - che la verità medico scientifica non sia messa in discussione per interessi economici. Da legislatore ho non il diritto, ma il dovere di incentivare ciò che fa meno male alla salute perché risparmio un sacco di soldi in sanità».

Alla luce del recente rapporto pubblicato dall'Organizzazione mondiale della sanità, appare legittimo domandarsi di quale «verità medico scientifica» stesse parlando il ministro dell'Interno in visita a Verona. Lo stesso Salvini, nelle scorse ore, è tornato via social sul delicato tema, commentando con queste parole proprio un articolo dal titolo eloquente "Sigarette elettroniche, il giudizio dell'Oms: «Sono pericolose per la salute»" e che faceva riferimento per l'appunto alle affermazioni contenute nel documento Oms: «Mah...Ci sarà mica dietro lo zampino di qualche lobby - ha chiesto il ministro dell'Interno ai suoi follower - o di qualche multinazionale miliardaria...Che dite?».

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Il post del ministro dell'Interno Matteo Salvini

A stretto giro di replica, è arrivata una nota di commento da parte della parlamentare veronese del Partito democratico Alessia Rotta, la quale ha attaccato il ministro dell'Interno Matteo Salvini per la sua presa di posizione sul tema delle sigarette elettroniche: «Salvini scrive: «"Mah… Ci sarà mica dietro lo zampino di qualche lobby o di qualche multinazionale miliardaria…Che dite?". Volete conoscere il perché di questo post? - chiede la deputata dem Alessia Rotta - La Vaporart, una delle principali aziende del settore, ha contribuito con 75mila euro alla campagna elettorale della Lega per le elezioni politiche».

La stessa deputata veronese del Pd Alessia Rotta ha poi aggiunto: «Nel novembre 2018 la Lega presentò un emendamento per condonare i 180 milioni di tasse non pagate dal settore dopo l’equiparazione ai tabacchi giudicata corretta dalla Corte Costituzionale. Quale lobby c'è dietro l'intervento di Salvini contro l'Oms? - si chiede non senza una punta di sarcasmo la parlamentare dem Alessia Rotta - La stessa che gli paga le campagne elettorali e a cui lui condona le tasse non pagate?».

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Il post della deputata veronese dem Alessia Rotta

La vicenda che vedrebbe coinvolta la Vaporart era stata anzitutto affrontata da un articolo de La Stampa, poi ripreso da diverse testate quali anche Wired.it, sito d'informazione che aveva pubblicato una successiva nota della stessa azienda (qui un'intervista sull'argomento al titolare dell'azienda) nella quale si poteva leggere: «Il contributo elettorale erogato dalla Vaporart alla Lega è avvenuto in piena trasparenza e in totale rispetto delle norme di legge. Si tratta di una decisione condivisa dai vertici aziendali, avvenuta in modo legittimo e alla luce del sole nel febbraio 2018, molto prima dunque della formazione di questo Governo e dell’ingresso della Lega nell’esecutivo. Il finanziamento, tra l’altro, è stato comunicato per tempo alla Camera dei Deputati per opportuna registrazione».

Per quanto attiene invece al recente rapporto Oms, si è espresso sul tema anche Umberto Roccatti, Presidente di Anafe (Associazione Nazionale Produttori Fumo Elettronico ndr) aderente a Confindustria, il quale ha voluto ridimensionare la "lettura allarmistica" del documento che i quotidiani nazionali avrebbero fornito: «Gran parte dell’attenzione mediatica - spiega Umberto Roccatti, Presidente di Anafe - è stata concentrata su conclusioni allarmistiche piuttosto che sul contenuto equilibrato del report. D’altra parte, cosa significa sostenere che questi prodotti producono meno emissioni rispetto alle sigarette tradizionali se non confermare che le sigarette elettroniche sono prodotti a rischio ridotto? E cosa sostiene chi promuove il principio del rischio ridotto se non che la sigaretta elettronica non è esente, appunto, da rischi e che, per tale motivo, ha bisogno di una regolamentazione chiara, come già avviene in Europa, e soprattutto non deve essere veicolata presso i giovani? Questo - ha poi concluso Umberto Roccatti, Presidente di Anafe - è quello che da sempre sosteniamo e siamo felici che l’Oms lo abbia messo nero su bianco».

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