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Serit, Bertucco: «Logiche politiche e non aziendali dietro il licenziamento di Alfeo»

Il consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune: «L'azienda, anziché a ricostruire il proprio futuro, è impegnata in una anacronistica e dannosa operazione di spoil system»

«A pochi mesi dalla scadenza dell'ennesima proroga per l'affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti nell'ambito del bacino di Verona Nord e con i comuni del lago in rivolta perché vogliono rendersi autonomi nella gestione dei rifiuti, troviamo Serit impegnata, anziché a ricostruire il proprio futuro, in una anacronistica e dannosa operazione di spoil system che è cominciata con il siluramento del direttore generale e che prosegue con la solita distribuzione di prebende, incarichi e livelli tra i lavoratori che si pone al di fuori di ogni confronto e contrattazione sindacale». Parole del consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco, il quale ha voluto rimarcare l'attuale situazione interna a Serit insieme alla consigliera del Partito Democratico Elisa La Paglia.

Su Serit, azienda controllata dal Comune di Verona attraverso Amia (e quindi attraverso Agsm-Aim), le opposizioni veronesi non hanno mai risparmiato critiche, in particolare per gli stipendi dei direttori generali, ritenuti troppo alti. Per Bertucco, però, il licenziamento dell'ultimo direttore generale Maurizio Alfeo «risponde a logiche politiche e non aziendali».
«Se Serit voleva cambiare il direttore generale - prosegue Bertucco - doveva attendere la scadenza naturale del contratto e non agire solo per input politico. Lavoratori e organizzazioni sindacali sono inoltre allarmati dall’assoluta mancanza di strategia che caratterizza questa fase aziendale: si attendono atti concreti per riportare in house Amia e con essa anche Serit per la quale il 31 dicembre 2021 scadrà la proroga per la gestione dei rifiuti nel bacino di Verona Nord. Bisogna gestire la richiesta dei comuni del lago di affidare la gestione dei propri rifiuti ad Azienda Gardesana Servizi. Occorre gestire lo squilibrio che questa fuoriuscita dei comuni più ricchi potrebbe generare nei confronti dei Comuni della Lessinia, che ovviamente incontrano maggiori difficoltà nel gestire il servizio. Se l’amministrazione comunale di Verona ha intenzione di chiedere alla Regione di ridisegnare i confini dei bacini di competenza, questo è il momento di farlo. È sciocco e autolesionistico far finta che non ci siano criticità. Il centrodestra, che governa la maggior parte dei comuni, si guardi in faccia e si chieda se sta facendo il bene del territorio oppure dei partiti».

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