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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Sciopero in Fondazione Arena. «Non si getti la croce sui lavoratori»

La protesta rischia di far saltare l'Aida e c'è chi parla di danno per la città. Ma Bertucco, PD e Traguardi difendono i lavoratori. «Il sindaco ha sprecato l'occasione di sistemare le storture amministrative e di gestione del personale»

Questa sera, 15 luglio, il festival dell'Arena di Verona ha in cartellone l'Aida, ma a qualche ora dall'inizio dello spettacolo non giungono novità dal fronte dei lavoratori di Fondazione Arena. Resta quindi ancora valida la conferma diffusa ieri, dopo l'ennesimo tentativo di mediazione andato a vuoto: lo sciopero non è stato revocato e questa protesta avrà come conseguenza la mancata messa in scena dell'Aida.

E sulle responsabilità di questo sciopero è fitto il rimpallo tra sindacati e vertici della fondazione lirico-sinfonica veronese. Per i rappresentanti dei lavoratori, la plateale protesta si sarebbe potuta evitare se dalla dirigenza di Fondazione Arena fossero giunti dei segni di discontinuità con il passato sulle diverse criticità esposte dai dipendenti. Dall'altra parte c'è chi gestisce la fondazione, ma anche le categorie economiche ed anche alcune forze politiche che parlano di questo sciopero come di un danno per la città.

In difesa dei lavoratori si sono però alzati dei consiglieri di minoranza e non solo. «Se il clima su Fondazione Arena resterà questo, con la grande maggioranza delle forze imprenditoriali e di quelle politiche di maggioranza unite e concordi nel gettare la croce sui lavoratori, è chiaro che l'ex ente lirico non farà più molta strada a Verona - ha commentato Michele Bertucco di Verona e Sinistra in Comune - I lavoratori la croce l'hanno già portata. La croce del risanamento dei conti. Chi pertanto pontifica sulla direzione verso cui si dovrebbe remare oggi non sa di che cosa parla e farebbe meglio a tacere. Se qualcuno all’interno della dirigenza della Fondazione Arena non è in grado di interpretare il disagio dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali che contestano gli investimenti a senso unico a favore della struttura burocratico-amministrativa della Fondazione Arena e a danno di quella operativa delle maestranze artistiche e tecniche, è meglio che cambi mestiere. Stupisce poi che nel mondo illuminato dell’imprenditoria veronese non si riconosca un grammo di ragione alla protesta dei lavoratori precari sottoposti al ricatto di dover rinunciare ai propri diritti pur di continuare a lavorare. Se questa è la ripartenza che una parte della città vuole, sappia che c'è un'altra parte di città che la respinge».
«Non comprendo come sia possibile che le ragioni siano solo dalla parte della dirigenza mentre la parte delle maestranze sia solo e soltanto brutta e cattiva - ha aggiunto il senatore veronese del Partito Democratico Vincenzo D'Arienzo - È in atto una rappresentazione della realtà falsa e fuorviante che mira a coprire le evidenti responsabilità e lacune evidenziatesi durante i confronti tra Fondazione e lavoratori. So anche io che lo sciopero provocherà un danno, è ovvio che avrà una ripercussione, ma non ci sono altri strumenti a favore dei lavoratori per far valere i loro diritti negati. I lavoratori della fondazione sono sempre stati i soli a pagare gli errori della dirigenza politica, economicamente e socialmente».
Mentre Tommaso Ferrari e Pietro Trincanato, consigliere comunale e presidente di Traguardi, hanno commentato: «Un anno di stop per prepararsi alla ripresa, un anno che Fondazione Arena poteva utilizzare per sistemare le storture amministrative e di gestione del personale. Ma l'occasione è stata sprecata: i rapporti con i dipendenti sempre più tesi e la mancanza di volontà di distensione hanno fatto sì che si arrivasse impreparati alla stagione lirica 2021, come dimostra lo sciopero delle maestranze. La prospettiva di rilancio di cui parlava il sindaco è stata totalmente disattesa. Sono passati quattro anni dagli annunci del sindaco e in Fondazione Arena si naviga ancora a vista».

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