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La grande scommessa: Sboarina e l'appello ai tosiani. Salvini: «Aver tenuto centrodestra diviso è un errore»

Sboarina si appella agli elettori tosiani contro la «svolta a sinistra» di Verona e parla di «grande famiglia del centrodestra». Salvini conferma l'appoggio, ma aggiunge: «Avremmo voluto l’apparentamento, là dove il centrodestra va diviso, non per volontà della Lega ma di altri, si rischia di fare un favore alla sinistra»»

Al primo turno Damiano Tommasi ha preso 43.102 voti, il sindaco uscente Federico Sboarina ne ha raccolti 35.405. Poi ci sono i voti arrivati per Flavio Tosi, ovvero 25.866. Perché non si è fatto l'apparentamento ufficiale tra Federico Sboarina e Flavio Tosi, vale a dire qual è la ragione per la quale anche al ballottaggio il centrodestra a Verona si presenta ufficialmente diviso? Da una parte c'è la Lega con Fratelli d'Italia a sostegno del sindaco uscente Sboarina, ma di Forza Italia qui non vi è mai stata traccia. Che fine ha fatto? Si sa qualcosa almeno del grande «accordo programmatico» che dovrebbe riunire i tre partiti, al di là dei «tecnicismi», ovvero dell'apparentamento formale per il quale i termini sono ormai scaduti domenica?

In realtà, le ragioni del mancato apparentamento tra la coalizione a sostegno del sindaco uscente e Forza Italia con il neotesserato Flavio Tosi sono diverse, tutte bene o male già dichiarate anche da autorevoli esponenti politici non solo locali, tutte bene o male smentite dai più svariati fronti. Al fondo, tuttavia, vi è un ragionamento molto semplice che ha a che fare coi numeri elencati sopra. Questo ragionamento, più o meno suona così: in una città come Verona, tradizionalmente di destra, vuoi mai che di quei circa 26 mila voti andati a Flavio Tosi al primo turno, non se ne riescano a racimolare almeno 10/15 mila per il ballottaggio contro Damiano Tommasi?

Facciamoci due calcoli: Tommasi al primo turno avrebbe fatto «bottino pieno», ovvero il suo massimo, e si è fermato attorno ai 44 mila voti, mentre Sboarina dai suoi 35 mila di partenza punta a racimolarne almeno 10/15 mila tra i tosiani, senza dimenticare che l'elettorato di Zelger ha chiaramente più simpatie per il centrodestra che non per il centrosinistra. Insomma, al sindaco uscente è sufficiente parlare all'elettorato di Tosi, non gli serve stringere accordi formali con Flavio (né tantomeno con Forza Italia). Tale ragionamento è, politicamente parlando, tutt'altro che esente da rischi, ma è esattamente quello che Federico Sboarina non ha mai smesso di fare, così come dimostrano persino i suoi primissimi commenti subito dopo lo spoglio elettorale, quando ha dichiarato: «Verona al 60% è di destra». In quel 60%, in modo assiomatico, il sindaco uscente già conteggiava il proprio 33% e il 24% di Flavio Tosi, ma pure il 2,64% di Zelger. Totale: 60%. Punto, è su questi numeri che, ab origine, si fonda la strategia per il ballottaggio della coalizione di Sboarina, o meglio la decisione politica assunta dal sindaco uscente di parlare direttamente agli elettori tosiani, invece che con Flavio Tosi in prima persona aprendo ad un apparentamento ufficiale.

Quest'oggi, lunedì 20 giugno, è persino arrivato un quantomai esplicito video-appello tutto indirizzato all'elettorato tosiano nel quale il sindaco uscente Federico Sboarina afferma: «Al primo turno abbiamo giocato in due squadre diverse, ma domenica c'è la partita più importante, quella da vincere. Mi rivolgo a tutte quelle donne e tutti quegli uomini che al primo turno hanno sostenuto Flavio Tosi con Forza Italia e tutte le liste a lui collegate. La stessa area culturale, - spiega il sindaco uscente Federico Sboarina - la grande famiglia del centrodestra. Ecco vedete, domenica ci sarà veramente la partita più importante perché sarà quella tra il centrodestra e la sinistra. L'appello che vi faccio è quello, tutti insieme, di andare a votare per fare in modo che la nostra città non svolti a sinistra».  

Parafrasando l'adagio pascaliano, la politica ha delle ragioni che l'aritmetica non conosce. Qui sta tutto l'azzardo della scommessa e, dunque, sia che le cose vadano bene sia che vadano male, anche la responsabilità della decisione di Federico Sboarina di rifiutare la proposta di apparentamento con Tosi e Forza Italia. Ad essere dirimente sarà con ogni probabilità il tasso di astensione alle urne, ovvero l'affluenza che al primo turno già era stata bassina, poco sopra al 55% degli aventi diritto. Quanti tosiani sceglieranno di astenersi al ballottaggio del 26 giugno? Quanti invece accoglieranno l'appello del sindaco uscente contro la «svolta a sinistra» di Verona, o quanti invece si lasceranno convincere dalla proposta e dalla personalità di Damiano Tommasi?

Nel frattempo, il sindaco uscente ha dovuto incassare, e lo ha fatto con stile impeccabile, una serie di dure critiche persino provenienti dal suo stesso partito. Quelle che sicuramente hanno fatto più rumore sono state le parole di Guido Crosetto, cofondatore con Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia, cioè il partito in cui milita lo stesso Federico Sboarina. Crosetto, senza tanti fronzoli, ha definito la scelta di Sboarina di rifiutare l'apparentamento con Tosi «un enorme errore, perché fa non un atto politico ma personale». Insomma, per Guido Crosetto la decisione di Sboarina si baserebbe «sui rapporti personali», e questa è una critica che, in modo più o meno velato, ma lo stesso leader della Lega Matteo Salvini aveva anzitempo mossoFlavio Tosi, dal canto suo, ha ripreso le parole di Crosetto facendole proprie in un post su Facebook: «Crosetto, autorevole esponente di Fratelli d'Italia, si conferma uomo politico di grande lucidità. - afferma Tosi - Anche in Fratelli d'Italia, partito del sindaco uscente, ammettono che così si sta facendo un assist alla sinistra. Noi siamo per la politica e non per le ostinazioni personali».

In queste ultime ore è poi tornato a parlare di Verona, ancora una volta, anche il segretario della Lega Matteo Salvini, il quale, stando alle dichiarazioni riportate da AskaNews, ha anzitutto ribadito che «noi sosteniamo e sosterremo il candidato del centrodestra che c’è al ballottaggio, quindi Sboarina», spiegando poi che «siamo impegnati in tutti i quartieri di Verona per far vincere il centrodestra». Allo stesso tempo, tuttavia, Salvini ha aggiunto: «Secondo me è stato un errore tenerlo diviso il centrodestra. Non è stata una scelta mia o della Lega perché noi avremmo voluto l’apparentamento e l’unione di tutti. Là dove il centrodestra è unito vince ovunque, - ha concluso Matteo Salvini - là dove il centrodestra va diviso, non per volontà della Lega ma di altri, si rischia di fare un favore alla sinistra».

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