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Caso Sardelli, è braccio di ferro tra Zanotto e Bertucco

Prime polemiche all'interno di Palazzo Barbieri. Il consigliere Sardelli aderisce al Gruppo Misto e c'è chi parla di "regolamento violato". Primo testa a testa tra maggioranza e opposizione

Prime polemiche all'interno di Palazzo Barbieri. Il consigliere Sardelli aderisce al Gruppo Misto e c'è chi parla di "regolamento violato". Ed è subito testa a testa tra maggioranza e opposizione. Il neopresidente del consiglio comunale Luca Zanotto è intervenuto per smorzare gli animi: “L’adesione al Gruppo Misto del consigliere comunale Andrea Sardelli è stata depositata all’ufficio Segreteria del Consiglio il giorno 28 maggio, all’inizio della seduta consiliare, subito dopo la delibera di convalida degli eletti, come attestato dal responsabile dell’ufficio Giuseppe Baratta, e pubblicata sul portale istituzionale del Comune il giorno successivo. Parlare quindi di regolamento violato nella nomina di Sardelli a vicepresidente del Consiglio comunale mi pare, francamente, eccessivo”.

Non si è fatta attendere la replica del Pd. "Prendiamo atto delle spiegazioni del neo-presidente Zanotto e chiediamo a lui e al Sindaco di dire quando avverrà l'espulsione di Sardelli dalla Lega, visto che quest'ultimo è passato ad un altro gruppo politico" esordisce Michele Bertucco, capogruppo Pd in Consiglio comunale.

"Se poi - continua il democratico - vogliamo continuare a prenderci in giro possiamo pure farlo, ma se questi sono i termini con cui Zanotto concepisce il suo nuovo incarico istituzionale bisogna dire che il nuovo presidente parte davvero male. Non occorre essere grandi osservatori politici per sapere che Zanotto e Sardelli sono stati eletti nella stessa lista e fino a due ore prima facevano parte dello stesso gruppo consiliare. Non è semplicemente credibile che i due non si fossero parlati, tanto più che la notizia dell'incarico a Sardelli girava da giorni sui giornali".

Bertucco sostiene che "Zanotto politicamente non poteva non sapere e il fatto che abbia accuratamente evitato di informare il consiglio del presunto cambio di casacca di Sardelli conferma che l'operazione non è nient'altro che un escamotage per sistemare Sardelli su una sedia più in alto. Se invece quest'ultimo ha davvero abbandonato la Lega, lo deve motivare politicamente, ma siamo certi che non lo farà. Per quanto ci riguarda questo è un altro esempio di come istituzioni e regolamenti vengono manipolati per fini politici a sfondo personalistico e la cosa più grave è che il presidente del Consiglio, anziché fungere da elemento di garanzia per i consiglieri, gli sta tenendo bordone. Si tratta di un modo vergognoso di gestire la cosa pubblica di cui i cittadini sono stufi, perché fa prevalere gli intrallazzi sulla trasparenza e sullo spirito di leggi e regolamenti".

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