Sanità, è scontro aperto tra Tosi e Zaia
In Regione ci si appresta a votare il nuovo Piano sociosanitario del Veneto, che cambierà le regole base di organizzazione dell'intero servizio. Nel mirino anche due ospedali veronesi
Sul tavolo c'è la discussione c'è il futuro della sanità veneta. Un duello che vede contendenti il presidente del Veneto Luca Zaia e il sindaco di Verona Flavio Tosi. C'è da votare, a ormai un anno dalla prima approvazione in giunta Zaia, il nuovo Piano sociosanitario del Veneto, che cambierà le regole base di organizzazione dell'intero servizio.
Al centro della contesa c’è il nuovo Piano socio-sanitario, approvato dalla V Commissione, con i voti di Lega e Pdl. Il piano prevede un’ampia ristrutturazione del sistema, con nuove gerarchie di cura, medicina integrata e attiva 24 ore su 24, più servizi sul territorio e meno ricoveri: l’obiettivo è rimodellare un’offerta sanitaria compatibile rispetto alla drastica riduzione dei finanziamenti pubblici, crollati - nel giro di cinque anni - dal 10 allo 0,8% di adeguamento annuale rispetto al budget precedente. Nella sostanza, si rischia la riduzione delle Usl e potrebbe venire rivista in modo radicale l’attuale rete ospedaliera, prevedendo la chiusura o il declassamento di sette ospedali, inclusi due veronesi: Bussolengo e Borgo Roma.
L’ultima parola sul Piano spetta al consiglio regionale: ma la discussione è stata posticipata di due settimane a causa del “maxi emendamento” annunciato a sorpresa in giunta dall’assessore alla Sanità, il tosiano Luca Coletto, ora impegnato a metterlo a punto. Da qui lo scontro con Zaia, che non è intenzionato a cedere terreno. Il governatore è convinto che solo una riforma strutturale dei centri di spesa e della rete di servizi consentirà alla sanità veneta di resistere ai tagli statali garantendo la continuità delle prestazioni erogate. Una linea di rigore obbligata. Lo scontro tra Zaia e Tosi, dunque, sembra essere solo al primo atto.
