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Politica Centro storico / Via San Rocchetto

Nuove case a San Rocchetto, Bertucco: «Colline veronesi non tutelate»

L'amministrazione comunale non ricorre contro la decisione del Tar che aveva dato ragione ai costruttori, nonostante la bocciatura del progetto arrivata dalla Sovrintendenza

Sono scaduti mercoledì scorso, 20 novembre, i termini per la presentazione del ricorso al Consiglio di Stato per la sentenza del Tar sul progetto urbanistico di edificazione nella zona di San Rocchetto, a Quinzano di Verona. I termini sono scaduti e l'amministrazione non farà ricorso.

Il progetto prevede la costruzione di undici palazzi di cinque piani ciascuno per un totale di 130 appartamenti ed era stato escluso dalla variante urbanistica 23 al piano degli interventi. Le società che hanno la proprietà della zona, riconducibili all'imprenditore Alessandro Leardini, si sono rivolte al Tar contro questa esclusione e il tribunale ha dato loro ragione. Quindi, se il Comune di Verona impedisse loro di costruire, lederebbe un loro diritto legittimo, nonostante il parere negativo espresso dalla Sovrintendenza,. A questo punto, l'amministrazione avrebbe potuto appellarsi al Consiglio di Stato, impugnando la sentenza del Tar contro la costruzione di casa a San Rocchetto. Ma l'amministrazione non l'ha fatto, preferendo la strada della reintroduzione del progetto nella variante 23, ma riducendo la superficie edificabile ed abbassando di un piano l'altezza delle palazzine.

Una scelta, quella dell'amministrazione comunale, criticata dal consigliere di opposizione Michele Bertucco, il quale la ritiene una rinuncia alla tutela della colline di Verona. «Il recente pronunciamento della Sovrintendenza, che aveva bocciato in pieno il progetto edilizio in quanto in contrasto con il valore paesaggistico dei luoghi, avrebbe rafforzato non di poco la posizione del Comune - scrive Bertucco - Ma di rese è di retromarce rispetto alle tante promesse della campagna elettorale è del resto costellata l'intera variante 23. Come opposizione siamo riusciti a restituire a parco pubblico l’ex cava Speziala, a salvaguardare l’area della Spianà e ad impedire l’ennesimo centro commerciale all’ex Consorzio Agrario. Restano tuttavia interventi edilizi pesanti e inutili in terza circoscrizione (abitativo al Chievo), in seconda circoscrizione (campi da tennis a Ponte Crencano, oltre a San Rocchetto) e in quinta circoscrizione (altro commerciale) che smentiscono i proclami di tutela del territorio e di riduzione del consumo di suolo fatti ad inizio amministrazione».

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