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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Polemica delle ciliegie, La Paglia: «Salvini distrae e Zaia non dà risposte»

Continua a suscitare commenti l'episodio avvenuto a Verona, dove il leader della Lega mangiava ciliegie mentre il presidente del Veneto parlava dei bambini morti per il citrobacter a Borgo Trento

Il giornalista Massimo Gramellini, sulla sua rubrica Il Caffè del Corriere della Sera, lo ha definito «memefreghismo», unendo la parola «meme» al concetto di «menefreghismo». I «meme», nel gergo di internet, sono immagini o serie di immagini, ripetute in contesti diversi principalmente per fini goliardici. Il «menefreghismo», invece, è la noncuranza nei confronti degli altri. La definizione di «memefreghismo» è stata usata da Gramellini per descrivere la strategia del leader della Lega Matteo Salvini, il quale è tornato a fare campagna elettorale, con selfie e tutto il resto, quasi come se l'emergenza Covid non fosse mai esistita, anzi cavalcando l'insofferenza di coloro che non sopportano più mascherine e distanziamento sociale. Tutto questo viene poi amplificato attraverso i social network sia dallo stesso Salvini e da tutti i suoi sostenitori, sia dagli oppositori che lo criticano e da coloro che lo deridono attraverso i «meme» su internet.

Una riflessione, quella di Gramellini, nata dall'episodio avvenuto lunedì scorso, 15 giugno, a Verona. La cosiddetta «polemica delle ciliegie», nata dalle immagini di Salvini intento a mangiare voracemente ciliegie, mentre al suo fianco il presidente del Veneto Luca Zaia mostrava apprensione per le infezioni di citrobacter all'ospedale di Borgo Trento, che hanno provocato la morte di alcuni neonati.
Alla polemica del PD, Salvini ha usato la solita carta del vittimismo, ma intanto le sue immagini diventavano oggetto di «meme» che prendevano in giro Salvini che mangiava le ciliegie. E così, il vero problema, il batterio killer nell'ospedale di Verona, è passato in secondo piano, e tutti hanno criticato e deriso Salvini per le ciliegie. «Salvini distrae l'attenzione, mentre il presidente della Regione Zaia pretende risposte invece di darle - ha commentato la consigliera comunale del Partito Democratico Elisa La Paglia - Come sull'inquinamento da Pfas, come sul Mose, quando qualcosa non va Zaia sembra passare in Veneto per caso, invece di amministrarlo. L’ospedale con più nascite del Veneto, 3.400 l'anno, da 1 anno e mezzo ha un battere letale nei reparti pediatrici e neonatali e non ha ritenuto di informare le gestanti veronesi. Coincidenza vuole che appena resa pubblica la perizia di una mamma coraggiosa si sia ritenuto necessario chiudere i reparti per bonificarli. Come per i Pfas sono le mamme a difendere la salute, più di un governatore distratto». E il compagno di partito Federico Benini ha aggiunto: «Sono inorridito per il comportamento del leader della Lega. Non ho davvero parole per descrivere questo gesto disumano, un gesto che mi fa orrore».

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