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Sale slot, Ambrosini: "M5S e Pdl-Battini hanno perso un'occasione per stare zitti"

L'assessore alle Attività Economiche risponde alle critiche mosse all’amministrazione comunale da alcuni esponenti politici in materia di regolamentazione del gioco d’azzardo

Sulla regolamentazione delle sale slot Movimento 5 Stelle e Pdl – Battiti hanno perso l’occasione di stare zitti”. Questo il commento dell’assessore alle Attività economiche Marco Ambrosini, in risposta alle critiche mosse all’amministrazione comunale da alcuni esponenti politici in materia di regolamentazione del gioco d’azzardo.
Quelle del Movimento 5 Stelle – spiega - sono proposte blande, che chiedono di intervenire soltanto sulla regolamentazione degli orari delle sale gioco e videolottery e sull’apposizione di adesivo ‘no slot’ sulle vetrine degli esercizi commerciali virtuosi, mentre questa amministrazione è andata già oltre, stabilendo anche distanze minime che queste sale devono avere da luoghi sensibili come le scuole.”
Per quanto riguarda le critiche provenienti dal gruppo Pdl-Battiti – aggiunge l’assessore - vorrei ricordare che tra i loro referenti politici c’è qualche sottosegretario di Stato che aveva definito gli introiti dalle sale gioco e videolottery come ‘ottima fiscalità per lo Stato’ e che recentemente ha anche ipotizzato dei provvedimenti legislativi per fare in modo che i Comuni possano trarre benefici in misura proporzionale al numero delle sale presenti sul territorio. Proposta che andrebbe a rendere complici a tutti gli effetti i comuni di questa realtà distorta, che tanti effetti devastanti sta producendo in termini di dipendenze da gioco e conseguenti gravi problemi economici da ludopatia. Questa amministrazione sarebbe piuttosto favorevole ad uno Stato che impedisce le aperture di questi luoghi ma, visto che la legge consente il diffondersi di queste realtà, al Comune non resta altro che difendersi, limitando gli orari di apertura delle sale gioco e la loro distanza da luoghi sensibili come le scuole”.
“Chi accusa il Comune di non intervenire su questa materia quindi - conclude Ambrosini – perde un’occasione per rivolgere la principale accusa alla normativa statale e a quei politici che hanno assecondato o promosso tale normativa, ben sapendo che localmente gli strumenti di difesa sono pochissimi e non consentono in alcun modo di eliminare il problema”.

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