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"S all'abolizione delle Province ma si riformi tutto"

Il presidente Miozzi detta le condizioni del Pdl: "Cancelliamo anche novanta Enti regionali inutili"

"Se abolizione delle Province deve essere, che ciò sia parte di una riorganizzazione generale degli Enti territoriali". Queste le parole del presidente della Provincia Giovanni Miozzi, oggi a Padova insieme al presidente della Provincia euganea Barbara Degani e ai capigruppo Pdl del Consiglio regionale Dario Bond e Piergiorgio Cortellazzo per presentare la loro proposta di revisione degli Enti territoriali a palazzo Ferro Fini. Un modo anche per prendere le distanze rispetto allo sciopero di oggi cui molti sindaci hanno aderito per criticare la Manovra finanziaria. "Meglio lavorare per i cittadini - commenta Miozzi - ed è quello che stiamo facendo".

I due presidenti veneti del Partito delle Libertà, assieme ai quattro vicepresidenti di Provincia dello stesso partito, accettano l'abolizione delle Province. Se così deve essere, così sarà. Ma allo stesso tempo chiedono che vengano cancellati anche novanta Enti strumentali che si trovano sotto il "cappello" della Regione. "Molti sono un doppione - continua il titolare dei palazzi Scaligeri - Esu e Ater fanno esattamente la stessa cosa, così come in altri settori, come la gestione dell'acqua, ci sono accavallamenti". Meno direttori generali da pagare, meno consigli di amministrazione e meno gettoni di presenza. Secondo i calcoli degli esponenenti Pdl ciò consentirebbe subito un risparmio di quattro milioni di euro, somma che potrebbe triplicare portando il sistema a regime.

L'obiettivo principale però è un altro. "Con questa proposta si tenta di risolvere il problema più grande del nostro territorio: la burocrazia - conclude Miozzi - le aziende tra permessi e uffici vengono rallentate troppo nella nostra azione. Riformiamo tutto. In questo modo il nostro territorio diventerà più appetibile per ditte e nuovi capitali, perché i costi saranno inferiori e la possibilità di fare impresa maggiore". Ora la palla passa al Consiglio regionale. Il documento non è stato condiviso dai presidenti di Provincia della Lega Nord.

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