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Mozioni "omofobe", il consiglio comunale di Verona sposta la discussione

La richiesta di revoca dei provvedimenti del 1995 è stata posta all'ultimo punto all'ordine del giorno dell'assise di domani. Bertucco e Benini: «La maggioranza non vuole votarla»

Domani, 21 gennaio, si riunirà il consiglio comunale di Verona. E tra i vari punti in discussione c'è anche l'ordine del giorno con cui si chiede la revoca di alcune mozioni approvate nel 1995. Queste mozioni sono state definite «omofobe» perché nella sostanza vietano alla giunta comunale di deliberare «provvedimenti che parifichino i diritti delle coppie omosessuali a quelli delle famiglie costituite da un uomo e una donna». Un provvedimento che di fatto contrasta con la legge nazionale sulle unioni civili, approvata quattro anni fa.

L'ordine del giorno ha scatenato una piccola polemica lunedì scorso, 18 gennaio, quando si sono riuniti i capigruppo del consiglio comunale proprio per decidere l'ordine della discussione dei vari punti. «Con un atto di forza che non ha precedenti, i capigruppo di maggioranza hanno votato per spostare all'ultimo punto dell'ordine del giorno la nostra richiesta di revoca delle mozioni omofobe, che da quasi tre mesi è in calendario ad ogni consiglio comunale», hanno dichiarato congiuntamente i consiglieri comunali Federico Benini (Partito Democratico) e Michele Bertucco (Verona e Sinistra in Comune). La proposta di revoca non è stata tolta dai punti all'ordine del giorno, ma è stata spostata all'ultimo posto e con alta probabilità non sarà discussa domani, ma la sua votazione sarà rimandata ad uno dei prossimi consigli comunali.

A chiede lo spostamento più in basso del punto all'ordine del giorno è stato il capogruppo di Verona Domani Mauro Bonato. E la sua motivazione, riferiscono Benini e Bertucco, sarebbe stata: «Non possiamo far fare a Verona l'ennesima figuraccia sui media nazionali». Per questo i due consiglieri di minoranza lo hanno attaccato ed hanno annunciato di voler richiedere un consiglio comunale straordinario per il loro ordine del giorno.

Bonato si è poi difeso, accusando Benini di strumentalizzazione e aggiungendo con tutta la discussione era ormai superata da quando è entrata in vigore la legge sulle unioni civili.

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