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Un 25 aprile tra le polemiche a Verona, Pd: «Sindaco non cita mai il regime nazifascista»

«Sboarina è riuscito a prendere parte alle celebrazioni ufficiali della Festa di Liberazione senza mai citare la Resistenza, l’antifascismo, il regime nazifascista che ha oppresso il Paese, il sacrificio dei partigiani e di tutti i caduti per la libertà», affermano gli esponenti Pd

«Tolta la lettura delle motivazioni che nel 1991 hanno valso alla Città di Verona la medaglia d’oro al valor militare per il ruolo cruciale avuto nella lotta di Liberazione tra il settembre 1943 e l’aprile 1945, anche quest’anno il sindaco Sboarina è riuscito a prendere parte alle celebrazioni ufficiali della Festa di Liberazione senza mai citare la Resistenza, l’antifascismo, il regime nazifascista che ha oppresso il Paese, il sacrificio dei partigiani e di tutti i caduti per la libertà, per mano delle rappresaglie o sotto i bombardamenti, che invece sono stati e sono i protagonisti veri e i valori fondanti di questa ricorrenza e della nostra Repubblica». Con queste parole in una nota congiunta i Segretari Pd, provinciale e cittadino, Maurizio Facincani e Luigi Ugoli, insieme al gruppo consiliare comunale dem composto da Elisa La Paglia, Federico Benini Stefano Vallani, hanno stigmatizzato l'intervento del primo cittadino di Verona Federico Sboarina in occasione del 25 aprile. Va detto, per completezza, che già nella lettura della motivazione del conferimento della Medaglia d’oro al Valor Militare alla città di Verona qualche riferimento esplicito al nazismo e al valore della lotta partigiana è, da parte del sindaco, per l'appunto inevitabilmente emerso (qui sotto il video integrale del discorso).

Gli esponenti del Pd proseguono comunque con toni polemici nella loro nota: «Il sindaco ha fatto un generico richiamo ai valori di democrazia, giustizia, pace e libertà, mettendo tra parentesi il sacrificio di centinaia di migliaia di persone che rischiarono la vita, e spesso la persero, per rovesciare il regime nazifascista, autoritario e sanguinario. Questa è la differenza fondamentale che distingue la nostra democrazia, pur imperfetta, da certe "democrature" che si ispirano solo formalmente alle regole della democrazia ma che praticano nei comportamenti un autoritarismo sostanziale. Con queste premesse diventa difficile raccogliere la richiesta di unità e riappacificazione nazionale avanzata dal sindaco: ci proviamo ma non ci potrà mai essere unità di intenti finché non ci sarà unità sui valori fondanti della Repubblica e della democrazia italiana, e fintanto che questa destra continuerà ad ispirarsi ad altri modelli che non siano quelli nati dalla Resistenza».

Nel corso della cerimonia svoltasi questa mattina in un'assolata piazza Bra, alcuni dei presenti hanno anche fatto partire un coro dal messaggio abbastanza esplicito: «Fuori i fascisti dalla piazza». Altri dei presenti alla manifestazione hanno poi intonato la canzone "Bella ciao" mentre il sindaco di Verona Federico Sboarina si apprestava a deporre le corone di fiori in omaggio al monumento ai caduti di tutti le guerre. La nota polemica diffusa dal Partito democratico veronese si conclude invece con un richiamo alle parole del prefetto di Verona: «Perfettamente condivisibile invece l’appello del prefetto Cafagna che ha chiesto unità di intenti sulla base dei valori fondamentali della democrazia, dell’antifascismo e della solidarietà nazionale. E - concludono gli esponenti dem - aderiamo all’appello della rappresentante degli studenti che ha lanciato l'ennesimo allarme sul neofascismo che ancora oggi continua a impadronirsi di tanti giovani».

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