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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

Razzismo, Tosi querela Repubblica

Il sindaco: "Nessun divieto di comizi". La replica: "Pena sospesa, ma inflitta"

Condanne e comizi vietati, si accende lo scontro tra Flavio Tosi e il quotidiano Repubblica. Il sindaco, con altri cinque esponenti del carroccio, era stato condannato per slogan e propaganda razzista. Il tribunale aveva stabilito la pena accessoria della proibizione a svolgere campagna elettorale per tre anni, ma, fin dal primo grado, la condanna aveva goduto dei doppi benefici. Ovvero la sospensione e la non menzione, congelando di fatto, non rendendola applicabile, la pena accessoria. Aspetto mai decaduto nei vari gradi di giudizio.

Da questo scoppia la polemica col giornalista di Repubblica Paolo Berizzi. “Ho dato incarico ai miei legali di querelare il giornalista Paolo Berizzi del quotidiano la Repubblica per l’articolo con il titolo Razzismo, divieto di comizi per il sindaco Tosi, corredato da un occhiello che dice “niente interventi pubblici per tre anni”. Tutti sanno, tranne Berizzi che volutamente ignora la realtà dei fatti, che non esiste nei miei confronti alcun divieto di comizi o alcuna limitazione di interventi pubblici. D’altra parte, a Verona, si è già avuto modo di notare quanto poco accurato e scrupoloso sia il signor Berizzi nelle sue cronache, specie riguardanti la nostra città: in un suo libro ha persino sbagliato, tra le tante cose, la data dell’uccisione del giovane veronese Nicola Tommasoli”.

Alle parole del sindaco ha dato pronta risposta il giornalista di Repubblica: “Chi ignora la realtà dei fatti, a quanto pare, è Flavio Tosi. Il sindaco di Verona sa benissimo, o dovrebbe sapere, che - lo scrivono i giudici della Cassazione - nella sentenza definitiva di condanna per propaganda razzista è confermata, oltre alla pena principale (due mesi di reclusione) e al risarcimento dei danni alle parti civili, anche la sanzione accessoria del divieto di svolgere attività di propaganda elettorale per tre anni - risponde Paolo Berizzi -. Entrambe le sanzioni, come specificato nell'articolo sono condizionalmente sospese. Ma il fatto che una condanna non sia materialmente espiabile (anche questo Tosi e i suoi difensori dovrebbero saperlo) non significa che non sia stata inflitta”.

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