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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica Via Santa Chiara

Cona, Veronetta e l'accoglienza dei profughi. Tra qualità e business

Tutti d'accordo che i centri di accoglienza troppo affollati sono un problema. Per il PD la causa è la scarsa collaborazione dei Comuni, per il M5S la causa è la voglia di lucrare di chi ospita

Tra la protesta dei migranti a Cona, nel veneziano, e quella avvenuta in via santa Chiara a Verona i collegamenti sono pochi, se non nessuno. Probabilmente la risonanza dei fatti di Cona ha scatenato i profughi ospitati nell'ostello in zona Veronetta, le cui condizioni di accoglienza non sono però paragonabili a quelle del centro di prima accoglienza veneziano.

Ed è questo il tema di cui, a causa anche della strumentalizzazione politica, si sente poco parlare: la qualità dell'accoglienza. Ne parla Confcooperative Federsolidarietà del Veneto, ribadendo che la cooperativa che si occupa della gestione dei migranti a Cona, Ecofficina, era stata esclusa dall'associazione che riunisce 480 cooperative sociali del territorio. "Non c’è una legge che impedisce di accogliere e gestire 1500 profughi in una stessa struttura, in una frazione di meno di 200 abitanti - spiega Ugo Campagnaro, presidente di Confcooperative Veneto - ma è evidentemente un sistema che non risponde a logiche di buona accoglienza e non dà sicurezza ai timori dei territori che ospitano queste persone. Per questo non condividiamo questo modello, che tende da un lato a risolvere in poche ore un problema oggettivo di grandi numeri, e dall’altro guarda al business e non alla qualità dell’intervento, dell’integrazione, della relazione".

Confcooperative propone da anni un modello di accoglienza alternativo a quello dei grandi numeri: una micro accoglienza diffusa nel territorio, per favorire il controllo e l'integrazione dei profughi, evitando gli agglomerati di persone che creano solo tensioni e che impediscono di fare tutte quelle azioni di supporto che renderebbero possibili modalità diverse di convivenza.

Sulla stessa lunghezza d'onda la senatrice veneta del PD Laura Puppato, secondo cui il problema nasce dalla scarsa collaborazione dei sindaci. La senatrice ritiene che sia arrivato il momento di obbligare tutti i Comuni a partecipare all'accoglienza e avanzerà una proposta di legge "che richieda ad ogni amministrazione comunale di ospitare due immigrati ogni 1000 abitanti".

Il Movimento 5 Stelle veneto parla del sovraffollamento come la miccia che ha fatto scoppiare la rivolta di Cona. "Mentre contesti piccoli sono più facilmente gestibili, i centri sovraffollati causano queste ed altre problematiche - ha dichiarato il consigliere regionale Erika Baldin - Purtroppo la tendenza a sovraffollare i centri in tutta Italia deriva dal business che gira attorno alla gestione dei migranti. Il business dell'accoglienza: questo è il vero problema".

"Questi centri sono solo un business per chi li gestisce, un lager per chi ci vive e una bomba a orologeria per chi è costretto a viverci accanto - ha ribadito il capogruppo M5S in consiglio regionale Jacopo Berti - I centri come quello di Cona ormai sono fuori controllo, fuori da ogni decoro e pure estranei a ogni legge. Un pericolo micidiale per chi ci vive, per chi ci lavora e per chi se li trova accanto a casa. Chi non ha i requisiti deve essere immediatamente rimpatriato, questo è il momento di azioni forti e decise, non possiamo più aspettare un giorno di più”.

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