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Carte d'identità con "madre" e "padre", protesta contro la mozione di Bacciga

Il documento del consigliere di Battiti dice di sostituire le diciture "genitore 1" e "genitore 2", che però non esistono, secondo la consigliera PD La Paglia. E giovedì presidio davanti al Comune

Giovedì scorso, 13 giugno, il consiglio comunale di Verona ha approvato diversi provvedimenti, ma quello che fa più discutere è la mozione presentata dal consigliere di Battiti Andrea Bacciga. Il documento impegna il Comune ad adeguare rapidamente l'anagrafe a quanto disposto dal decreto del ministro dell'interno Salvini datato 31 gennaio 2019. Questo decreto andava a modificare un altro decreto del 2015 sulle modalità tecniche di emissione della carta d'identità. Nella mozione di Bacciga viene riportato che il decreto di Salvini modificava la dicitura "genitore 1" e "genitore 2" con "padre" e "madre". «Ma è una fake news», ha criticato la consigliera comunale del Partito Democratico Elisa La Paglia.

Basta infatti leggersi lìincriminato decreto 2015 per rendersi conto che l'espressione "genitore 1 e genitore 2" in realtà non compare mai - ha spiegato La Paglia - Compare invece l'espressione corretta di "genitori o tutori in caso di minori".
Di questa semplice realtà ha dovuto prendere atto anche il decreto con cui il ministro Salvini afferma di aver posto rimedio ad un torto nei confronti della famiglia naturale. La correzione introdotta da Salvini è infatti questa: "le parole 'i genitori o i tutori in caso di minori' sono sostituite dalle seguenti: 'il padre e la madre o i tutori in caso di minore'". Non esiste genitore 1 o 2, bastava leggere le carte.
La questione non è però di lana caprina: l'introduzione del dato biologico può creare problemi e vere e proprie discriminazioni nel caso di famiglie che non sono fondate su un padre e una madre. Ai fondamentalisti questo potrà non piacere, ma ne esistono molte: famiglie omogenitoriali; famiglie ricomposte a seguito di divorzi, lutti o violenze; famiglie tenute insieme da nonni o addirittura prive di legami di sangue. Per il bene dei minori è necessario riconoscere l'esistenza di figure genitoriali che non sono necessariamente la madre e il padre. Affermando che la famiglia è "unica, composta da madre e padre", come fa la mozione di Bacciga, la destra veronese butta a mare e discrimina, relegandole a ruolo di serie B, una buona fetta della famiglie reali che non rispondono a questa imposizione.
Presenterò una mozione per il ripristino del bonus baby sitter e asili nido affinché il peso del welfare non ricada sulle spalle delle donne. Un gesto concreto a favore delle donne e delle famiglie vittime di una battaglia ideologica e omofobica.

E la mozione del consigliere Bacciga ha scatenato la reazione di diverse associazioni veronesi che giovedì prossimo, 20 giugno, organizzano una manifestazione sotto le finestre del consiglio comunale di Verona alle 17.30. Un presidio di protesta contro l'amministrazione veronese.

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