rotate-mobile
Martedì, 23 Aprile 2024
Politica Centro storico / Piazza Bra

Flavio Tosi con i ristoratori veronesi in rivolta: «Chi scrive i decreti non sa cos'è il lavoro»

«Aprire per soli due giorni è più una spesa che un guadagno, è una beffa», dichiara Tosi

«Guardate questo grafico. Meno dell'1% dei contagi viene dai ristoranti, per questo sto con i ristoratori veronesi! La maggior parte di loro hanno deciso di chiudere anche il 7 e 8 gennaio per protesta nei confronti di un Governo che non sa neanche lontanamente cosa significhi alzare la saracinesca ogni mattina e lavorare per guadagnarsi il pane». Ad affermarlo in una breve nota è il consigliere comunale a Verona Flavio Tosi, il quale fa riferimento ad un grafico che analizza le occasioni di contagio in Lombardia nel periodo tra ottobre e novembre e mostra come in realtà la stragrande maggioranza dei contagi sia legata ad occasioni di ritrovo familiare (72% prima della "stretta" e poi addirittura il 92%).

Di qui dunque la strenua difesa dei ristoratori veronesi da parte dell'ex sindaco Flavio Tosi che si schiera dalla parte di quanti hanno già deciso di non riaprire giovedì e venerdì, nonostante l'Italia sarà zona gialla per due giorni e quindi sarebbe possibile nuovamente il servizio al tavolo fino alle ore 18: «Il nuovo decreto del Governo supera ampiamente il grottesco. - commenta Flavio Tosi - Dopo due settimane di chiusura imposta, permette di aprire solo due giorni (il 7 e 8 gennaio), ma poi obbliga a richiudere il 9 e 10. E dall'11 gennaio non si sa ancora che diavolo succede».

In effetti la decisione del governo nazionale di varare un decreto-legge che stabilisca nel weekend la zona arancione per tutta Italia, ma lasci indeterminato il periodo dall'11 al 15 gennaio poiché connesso alla valutazione dei dati epidemiologici di venerdì 8 gennaio, è apparsa ai più una confusa forzatura. Men che meno si capisce il senso di quei due giorni di zona gialla "rafforzata" dal divieto di mobilità interregionale, lasciati un po' per caso in attesa del weekend arancione e delle nuove colorazioni che il governo assegnerà alle Regioni dopo il monitoraggio di venerdì. Non avrebbe avuto più senso stabilire la zona arancione per tutta Italia già da giovedì e fino a domenica, per poi da lunedì avere ciascuna Regione il proprio colore di riferimento? Se non altro sarebbe apparso, anzitutto sotto il profilo epidemiologico, un po' più coerente pur nella sua arbitrarietà decisionale. Ma a quest'ultima ci si è fatto il "callo", dato che il tanto caro principio di «adeguatezza e proporzionalità» delle misure riferite ai dati dei singoli territori è ben che saltato per aria già con lo stesso precedente decreto-legge "Natale", il quale ha infatti imposto tout d'emblée, a fasi alterne, la zona rossa e quella arancione nell'Italia intera, indipendentemente da qualunque riferimento ai dati delle singole Regioni. 

«Aprire per soli due giorni è più una spesa che un guadagno, - ha quindi concluso l'ex sindaco di Verona Flavio Tosi - ma chi ha scritto e pensato il decreto probabilmente è gente che non conosce l'impresa e il lavoro. È una beffa per bar e ristoranti e l'intero settore della ristorazione, una categoria distrutta dal Covid, che nel 2020 ha perso dal 60 all'80 per cento di fatturato. È una vergogna - ha poi concluso Flavio Tosi - abbandonare e farsi beffe di migliaia di persone».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Flavio Tosi con i ristoratori veronesi in rivolta: «Chi scrive i decreti non sa cos'è il lavoro»

VeronaSera è in caricamento