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Venerdì, 19 Aprile 2024
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La Regione alla ricerca di una soluzione per risolvere il problema delle nutrie

"Proliferano senza controllo rappresentano una minaccia costante per gli argini, gli scoli, le colture e persino gli esseri umani. La Regione Veneto è al lavoro su più fronti", ha dichiarato l'assessore all'Agricoltura Giuseppe Pan

"Le nutrie che proliferano senza controllo rappresentano una minaccia costante per gli argini, gli scoli, le colture e persino gli esseri umani. La Regione Veneto è al lavoro su più fronti per mettere a punto soluzioni integrate per il contenimento e l’eradicazione di una specie che costituisce ormai una emergenza ambientale e sanitaria". Lo assicura l’assessore regionale all’Agricoltura Giuseppe Pan in risposta alle numerose sollecitazioni che provengono da amministratori locali, associazioni di categoria, imprenditori e cittadini.

"La nutria, in base alla recenti modifiche legislative a livello nazionale, non è una specie protetta, anzi è stata qualificata come specie nociva, sottoponibile quindi a piani di controllo a fini di eradicazione”, precisa l’assessore.

"In queste settimane - informa l’esponente della giunta regionale - i tecnici del Dipartimento agricoltura e caccia della Regione sono al lavoro, in collegamento con gli esperti dell’Ispra, i tecnici dei ministeri dell’Ambiente e dell’Agricoltura nonché con i tecnici delle Province, per predisporre un piano regionale di controllo che consenta, in sintonìa con la normativa vigente, l’uso di strumenti di controllo come trappole, sostanze chimiche, mangimi antifecondativi, sino all’abbattimento affidato a personale qualificato e selezionato, pubblico e privato. Nel contempo è all’esame del Consiglio regionale la proposta di legge n. 123, di cui è primo firmatario il collega Gianpiero Possamai, che pianifica un programma di contrasto a questi roditori. “Forse lo strumento amministrativo – mette in luce l’assessore - risulta più agile e flessibile rispetto a quello legislativo, ma in ogni caso la Regione non intende sottrarsi al proprio ruolo di programmazione e di coordinamento dei possibili interventi, da pianificare e finanziare in modo integrato, con il coinvolgimento attivo delle Province, dei Comuni, dei Consorzi di bonifica, delle Autorità di bacino e dello stesso mondo venatorio, al fine di consentire il più ampio contenimento possibile di questo roditore che tanti danni sta causando al territorio veneto".

Plauso all’assessore all’Agricoltura che sembra aver colto la mia proposta della settimana scorsa, cioè quella di controllare il proliferare delle nutrie con antifecondativi, come avviene per i piccioni”. Così il consigliere regionale tosiano Andrea Bassi, vicecapogruppo della Lista Tosi in Consiglio Regionale, commenta le dichiarazioni dell’assessore regionale all’Agricoltura. 
La settimana scorsa proprio il consigliere Bassi aveva depositato un’interrogazione alla giunta proponendo, cosa mai fatta prima, la somministrazione di antifecondativi come soluzione al problema delle nutrie. “Dove gabbie e fucili rischiano di fallire – aveva affermato Bassi - e dove l’abbattimento rischia di non essere attuabile a causa delle nuove norme di Legge, la Regione consideri di rivolgersi ad enti di riferimento per la medicina veterinaria preventiva e prendere in considerazione l’applicazione di mangimi antifecondativi per limitare e contenere la proliferazione di questi roditori”.
“Alcuni Comuni italiani – spiegava il tosiano nell’interrogazione - hanno risolto il problema della proliferazione dei piccioni che danneggiano monumenti e palazzi con rischio igienico sanitario grazie all’utilizzo di antifecondativi nei mangimi. Un modo incruento per limitare la pressione demografica all’interno delle colonie. L'intervento farmacologico di tipo anticoncezionale con la somministrazione di mangimi antifecondativi per il controllo delle nascite dei piccioni non è mai stato preso in considerazione fino ad oggi per il problema delle nutrie ma potrebbe risolvere l’emergenza a lungo termine”.
“L'emergenza nutrie – ricorda il consigliere veronese - è un problema ormai fuori controllo, affrontata più volte dalle amministrazioni locali e regionali senza soluzioni concrete e definitive. In primis per la sicurezza idraulica: questi roditori, a causa della loro propensione a vivere lungo i corsi d'acqua e a scavare pericolose tane negli argini, diventano una sorta di mina vagante. Ci hanno provato i Comuni e le Province a risolvere il problema con piani di contenimento ed eradicazione che a lungo temine si sono rivelati vani ed ora sono addirittura fermi, in fase di rivisitazione, in seguito all'approvazione lo scorso dicembre, di una norma contenuta nel collegato ambientale alla legge di stabilità, con la quale il Governo ha cambiato le regole. Ora le nutrie – prosegue Bassi - rientrano fra le specie regolate dall'articolo 19 della legge sulla caccia con la conseguenza che i Comuni hanno perso il potere di intervento sulla gestione della specie. È la Regione ad autorizzare i piani di abbattimento, che dovranno però essere attuati dalle guardie venatorie dipendenti dalle amministrazioni provinciali”.
“La necessità di affrontare questa situazione – ha aggiunto il vicecapogruppo della Lista Tosi - ha dato vita ad una sorta di braccio di ferro esterno ed interno alla Regione. Da una parte animalisti ed ambientalisti contro gran parte delle amministrazioni comunali, con quest’ultime che chiedono a gran voce l’abbattimento dei roditori. E dall’altra il potere esecutivo, ovvero la Giunta regionale, che ha avviato un percorso per l’adozione di una delibera che, venendo condivisa con il tavolo tecnico nazionale dedicato al problema nutrie, detti regole attuabili subito e volte all'eradicazione dei roditori. L’abbattimento delle nutrie rischia però di non essere attuabile e di rivelarsi una soluzione indefinitiva quale “contenimento” momentaneo della specie con costi non indifferenti per le manutenzioni e la messa in sicurezza idraulica”.
Per questo motivo il consigliere tosiano aveva interrogato la Giunta regionale per sapere: “Ove l’abbattimento delle nutrie si rivelasse inapplicabile o invano come soluzione definitiva all’emergenza che si ripercorre da anni – conclude Bassi nell’interrogazione - se la Giunta intenda attivarsi presso gli enti di riferimento per la medicina veterinaria preventiva e prendere in considerazione l’applicazione di mangimi antifecondativi per limitare e contenere la proliferazione di questi roditori”.

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