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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Benini: «Presunto danno erariale al Centro De Stefani». Rando: «Benini fa confusione»

Il consigliere del PD ha sollevato dubbi sul provvedimento con cui il Comune di Verona ha assegnato il centro sportivo alla società Ssd Coordinamento Servizi per lo Sport. L'assessore replica: ««Non non favoriamo né penalizziamo nessuno»

Per il momento è solo presunto, ma il consigliere comunale del Partito Democratico di Verona Federico Benini lo ha evidenziato come un possibile danno erariale per il Centro Sportivo De Stefani di Via Gran Sasso, a San Michele.

«Com’è possibile - si chiede Benini - che un centro sportivo pubblico composto da una piastra polivalente, cinque campi da calcio a cinque in erba sintetica, impianto di illuminazione, tribune, palazzina servizi con spogliatoi, bar e magazzino venga dato in affidamento gratuitamente per quattro anni a dei privati senza nemmeno l'onere delle manutenzioni e con il solo onore delle utenze? Tra l'altro, agli stessi privati che, fino a due anni prima, lo gestivano pagando al Comune più di 100mila euro all'anno». Il provvedimento a cui fa riferimento il consigliere PD è una determina del 3 luglio 2020, con cui il Comune di Verona ha assegnato per due anni, rinnovabili per altri due, il Centro De Stefani alla società Ssd Coordinamento Servizi per lo Sport (Ssd Css). «Una scelta quanto meno anomala - ha proseguito Benini - tenendo conto che non si tratta del solito centro sportivo di quartiere con cronici problemi di gestione, messo in ginocchio dal Covid, ma di una attività professionale avviata da anni (la società viene da una gestione di 9 anni terminata nel 2018), collegata al vicino Centro Natatorio Monte Bianco (gestito da un'altra società, la Pool Project srl, che tuttavia fa capo alla stessa persona fisica della Ssd) e che inoltre può contare anche sulla redditizia attività dei centri e campus estivi per bambini e ragazzi».
Il provvedimento dell'anno scorso contiene al suo interno come giustificazione l'«infruttuosità degli esperimenti di gara finora tentati». Una motivazione che però non torna al consigliere di minoranza. «In realtà - ha spiegato Benini - una prima gara per la riassegnazione dell'impianto dopo una gestione di nove anni da parte della Ssd Css era stata bandita l'11 gennaio 2019 con una base d'asta di 86.400 euro più Iva annui, ma era stata subito ritirata senza alcuna spiegazione. Ad andare deserto è stato soltanto il secondo bando, del giugno 2019, ed è facile intuire anche il perché: la durata dell'affidamento era stata ridotta da cinque a due anni, rendendo l'offerta evidentemente poco appetibile. Nel frattempo il Comune ha concesso a Css Ssd due proroghe di sei mesi, la seconda della quali, verso il settembre 2019, è stata disdetta dalla società senza motivata ragione apparente e, altro fatto strano, senza ricevere alcun addebito di penale da parte del Comune di Verona il quale si è anzi fatto carico della gestione diretta del centro per qualche tempo pagando tutto il personale che la precedente gestione aveva assunto da agenzia interinale. E come se non bastasse è pure emerso che durante il periodo di proroga risultano mancare versamenti del canone per svariate decine di migliaia di euro».

Ed oltre che sul Centro Sportivo De Stefani, Benini si è concentrato anche sulla gestione del Centro Natatorio Monte Bianco, il quale subaffitta una pizzeria che, per regolamento, dovrebbe rispettare gli stessi orari della piscina e quindi chiudere alle 20. «In realtà i vigili urbani nel luglio 2020 hanno contestato ai gestori della pizzeria un orario di apertura ben più ampio, fino alle 24 - ha riferito il consigliere comunale - Ebbene, di fronte a questa evidente irregolarità non solo gli uffici comunali, in pieno periodo di restrizioni Covid, hanno accettato la richiesta del centro natatorio di posticipare la chiusura alle 24, ma hanno sostenuto la domanda della pizzeria di slegare gli orari di quest’ultima da quello della piscina».

Per Benini e per il Partito Democratico, questi episodi sono gravi. E per questo sono stati segnalati a tutte le autorità competenti per le opportune verifiche. «Sono necessarie delle spiegazioni, non delle giustificazioni generiche - ha concluso Federico Benini - Da una prima valutazione è facile calcolare mancati introiti a danno del Comune di Verona per almeno 600mila euro. Come intende giustificarli l'amministrazione?».

Una domanda a cui l'assessore allo sport del Comune di Verona Filippo Rando ah risposto così: «Non non favoriamo né penalizziamo nessuno. Dispiace invece constatare che il consigliere del Partito Democratico sia contro il mondo sportivo veronese e soprattutto faccia tanta confusione sull'impianto De Stefani. Il primo bando è stato ritirato per esaminare una istanza di project financing, ma ciò che sgombra il campo dalle sue illazioni è che successivamente, da giugno 2019 a marzo 2020, sono stati fatti ben tre bandi con relativi ribassi andati tutti deserti. L'obiettivo del Comune è sempre stato quello di tenere aperta la struttura, per questo c'è stato un periodo di conduzione propria con grandi spese e poi l'affidamento della conduzione temporanea (e non la concessione) allo stesso soggetto per evitare la sicura chiusura. Senza contare che è arrivata la pandemia. Sono praticamente due anni che questa tragedia ha colpito duro i gestori, facendo chiudere su tutto il territorio nazionale centinaia di piscine, palestre e impianti sportivi. Il Comune ha sempre dedicato tutte le sue forze per mantenere aperte le strutture e quindi dare un futuro alle innumerevoli associazioni veronesi e non permetterò che un consigliere raccontando i fatti in maniera confusa getti fango sugli uffici comunali e sullo sport veronese fatto di migliaia di volontari, che negli impianti sportivi lavorano quotidianamente perché i ragazzi e le loro famiglie ritrovino gli spazi e la socialità che ancora oggi sembrano distanti».

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