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Ucraina: la polemica tra Tosi, Sboarina e Comencini sulla revoca della cittadinanza all'ex presidente Poroshenko

Per Tosi la maggioranza del sindaco Sboarina revocò nel 2018 la cittadinanza onoraria all'allora presidente ucraino «in nome del filo-putinismo all'amatriciana». Diversa invece la visione del primo cittadino scaligero: «L'allora presidente Poroshenko, non solo era un personaggio discutibile, ma non ha nemmeno avuto un atteggiamento limpido nei confronti di Verona»

La guerra di aggressione russa in Ucraina sta portando al dispiegarrsi di innumerevoli manifestazioni di solidarietà nel mondo, in Italia ed anche a Verona. Nel capoluogo scaligero, tuttavia, vi è anche spazio per una bruciante polemica politica che vede protagonisti l'ex sindaco Flavio Tosi e l'attuale amministrazione guidata dal sindaco Sboarina e sostenuta dalla Lega. Flavio Tosi, infatti, richiama alla memoria un episodio del quale molto si discusse al tempo, vale a dire la revoca della cittadinanza onoraria attribuita all'allora presidente dell'Ucraina Poroshenko, il quale l'aveva in precedenza ottenuta nell'ambito dell'operazione di ritrovamento e recupero dei quadri trafugati nel clamoroso furto al museo di Castelvecchio.

L'ex sindaco Tosi afferma in una nota: «L'Ucraina è amica di Verona, per questo diedi la cittadinanza onoraria a Poroshenko. Sboarina & C. l’hanno revocata, umiliando anche la città, perché da sempre filo-putiniani. Oggi assistiamo a una clamorosa e opportunistica conversione degli sboariniani che solidarizzano con l’Ucraina, ma loro nel 2018 tolsero la cittadinanza all’allora premier ucraino per presunte violazioni dei diritti degli ucraini di etnia russa nel Donbass. È la stessa retorica di Putin oggi per giustificare l’aggressione».

Revoca della cittadinanza onoraria a Petro Poroshenko-2

Il documento pubblicato da Flavio Tosi su Facebook a supporto delle sue affermazioni

Secca ed immediata la replica del sindaco Federico Sboarina e del consigliere comunale Vito Comencini che hanno infatti risposto al consigliere Flavio Tosi respingendo le accuse riguardo all'episodio della revoca della cittadinanza onoraria all’ex premier ucraino Petro Poroschenko: «In queste ore non c'è tempo per le meschinità - ha sottolineato il sindaco Sboarina -. Solo una persona priva di valori può pensare di sfruttare la tragedia dell'Ucraina pur di sparare l'ennesima bugia da campagna elettorale. Ci sono vittime innocenti e il mondo sta piombando in una catastrofe, ma il consigliere Tosi da sciacallo stravolge la delibera che tutto il Consiglio comunale, minoranze comprese tranne lui, ha votato. L'allora presidente Poroshenko, - ha aggiunto il sindaco Federico Sboarina - non solo era un personaggio discutibile, ma non ha nemmeno avuto un atteggiamento limpido nei confronti di Verona. Dal ritrovamento dei quadri rubati a Odessa alla restituzione a Castelvecchio sono passati sette mesi, senza che l'allora presidente dell'Ucraina facesse nulla. Questo il motivo per cui gli è stata revocata la cittadinanza onoraria, con una delibera che contemporaneamente ribadiva l'amicizia verso il popolo ucraino. Ecco perché siamo davanti a sciacallaggio puro. A tutto c'è un limite, - ha concluso Federico Sboarina - in politica non è tutto lecito. Etica e rispetto per le tragedie non devono mai mancare».

Dal canto suo Flavio Tosi aveva inoltre dichiarato che «io e il mio gruppo politico siamo vicini all’Ucraina, lo siamo da sempre. In queste ore drammatiche ci piange il cuore. La maggioranza Sboarina invece nel settembre 2018 in nome del filo-putinismo all'amatriciana revocò la cittadinanza all’allora premier ucraino Poroshenko, che io da sindaco gli avevo conferito orgogliosamente nel 2016 perché si era dimostrato amico di Verona (come si era dimostrata amica della nostra città l’Ucraina) contribuendo a ritrovare le opere d’arte trafugate a Castelvecchio. Quella revoca della cittadinanza a Poroshenko fu un’onta di Sboarina & C. contro l’Ucraina, ma anche contro Verona, da sempre città che è per la democrazia e per la libertà, valori irrinunciabili. Noi la denunciammo già allora, - ha aggiunto Flavio Tosi - ma a rivederla con gli occhi di oggi, dopo l’aggressione russa in Ucraina, quella presa di posizione fa ancora più orrore. Oggi gli sboariniani stanno facendo un clamoroso e sospetto salto della quaglia: gente da sempre filo Putin, che adesso sgomita in prima fila per solidarizzare con l’Ucraina. Una conversione spinta dall’opportunismo, per nulla credibile».

Il consigliere comunale Vito Comencini, il cui pensiero originario su Putin è ben riassunto da una passata lunga intervista pubblicata su SputnikItalia, ha replicato così alle parole di Flavio Tosi: «Trovo alquanto imbarazzante l'uscita su Poroshenko di Tosi. Mi auguro che alla base ci sia solo una certa ignoranza per cui non sa che Poroshenko non è più presidente da alcuni anni, in quanto è stato sonoramente mandato a casa dai cittadini ucraini, stufi probabilmente delle sue spinte fortemente bellicose, a differenza dell'attuale presidente Zelensky che ha cercato di dialogare con la Russia di Putin. Ma probabilmente il consigliere Tosi ignora pure che Poroshenko nel 2019 era fuggito in Turchia per scampare a gravi accuse penali, rientrandovi solo dopo poche settimane. Ora è chiamato a rispondere davanti alla magistratura ucraina della grave accusa di alto tradimento. Sinceramente purtroppo non mi stupisce affatto che Flavio Tosi esprima ancora simpatie e nostalgie per un personaggio così discusso e discutibile. Togliergli la cittadinanza onoraria - ha concluso il consigliere comunale e parlamentare veronese della Lega Vito Comencini - era un atto doveroso e rinfocolare ora la polemica è solo puro sciacallaggio e mancanza di seri argomenti riguardanti la buona amministrazione della città».

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