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Festa Lega a Pontida, appello di Zaia per il referendum. Bossi: "Salvini tradisce il nord"

Circa 50 mila persone da tutta Italia si sono ritrovate al raduno annuale della Lega Nord dove Salvini si è presentato come il "futuro presidente del consiglio". Bossi invitato a non salire sul palco se ne va polemizzando con l'attuale segretario federale del partito: "Un raccontaballe"

«Tra 35 giorni cambieremo la storia. Il referendum sull'autonomia del Veneto del prossimo 22 ottobre non è della Lega o di Zaia, ma di un intero popolo che vuole libertà e, dopo decenni passati a mantenere il Paese, chiede giustizia ed equità nel disporre di ciò che è suo. É una occasione storica, che capita una volta sola! Il 22 ottobre tutti a votare "Sì"». Questo l'appello da Pontida da parte del presidente della Regione Veneto Luca Zaia durante il tradizionale raduno della Lega Nord che si è da poco concluso.

pontida luca zaia

Sul palco anche Matteo Salvini, candidato premier e segretario federale di un partito in questi ultimi giorni segnato dalla sentenza di Genova che ne ha bloccato gran parte dei conti correnti, causando non poche difficoltà. «Da oggi parte una lunga marcia per cambiare il Paese - ha detto Matteo Salvini, rispondendo ai giornalisti - Andremo avanti anche senza soldi, chiederemo aiuto agli italiani, ma l'anno prossimo saremo a Pontida con una Lega e un centrodestra al governo, con l'Italia che riparte nel nome del lavoro, della sicurezza e soprattutto della democrazia».

Poi Salvini, il quale nel corso dell'intervento si è diverse volte autoproclamato "il prossimo presidente del consiglio", ha dato anche alcune indicazioni sul programma di un suo eventuale Governo nel 2018: «Quando andremo al Governo, daremo mano libera a uomini e donne delle forze dell'ordine per darci pulizia e sicurezza. Al Governo cancelleremo la legge Mancino e la legge Fiano, le idee non si processano, queste cose si facevano in Urss». Tutte le leggi approvate dal Pd, dai vaccini alla buona scuola, sono poi state passate in rassegna "per acclamazione" dal prato di Pontida dietro esplicita richiesta circa l'eventuale cancellazione una volta che la Lega Nord abbia ottenuto le redini del Paese.

Il grande (presente) assente

Ma a Pontida è andato in scena anche un piccolo psicodramma politico collettivo, con il parricidio silenzioso del fondatore del partito, Umberto Bossi. Il "Senatùr", evocato da Salvini ma mai citato esplicitamente, non è salito sul palco per parlare, o meglio è stato invitato a non farlo. Così Bossi, il quale di Salvini dice che è "un raccontaballe",  ha spiegato il suo stato d'animo all'Ansa: «Arrabbiato? Abbastanza. Salvini mi ha detto che non voleva farmi fischiare. Ma è un segnale che devo andarmene via. Non mi sono mai aspettato niente da Salvini. Non mi aspetto niente da uno che tradisce il Nord».

In merito all'episodio è poi intervenuto anche Roberto Maroni, il governatore leghista della regione Lombardia, dicendosi molto dispiaciuto per Bossi: «Questo mi spiace, perché Pontida è Bossi. La decisione è stata presa dal segretario Matteo Salvini, ma per me Bossi a Pontida ha sempre diritto di parola».

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