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Politica Centro storico / Via Giuseppe Garibaldi

«Piano Folin: parte culturale ferma, vanno avanti solo le partite immobiliari»

Il progetto di recupero che porterà un albergo di lusso al posto dell'ex Palazzo Unicredit di Via Garibaldi è passato in commissione ed in consiglio comunale avrà un iter accelerato dallo Sblocca Italia

Lo Sblocca Italia renderà più rapido il suo percorso di approvazione in consiglio comunale di Verona, intanto è arrivato il via libera della commissione urbanistica. Palazzo Barbieri sta per prendere decisioni importanti sul cosiddetto Piano Folin, il progetto di recupero che trasformerà l'ex palazzo Unicredit di Via Garibaldi in un albergo di lusso Marriott.

La commissione comunale ha dato luce verde al cambio di destinazione d'uso dell'immobile di proprietà di Fondazione Cariverona, che passerà da uffici a ricettivo al termine dell'intero iter amministrativo. Un intervento connesso a quelli che la fondazione ha in programma per Castel San Pietro e Palazzo Capitanio. In sostanza, in Via Garibaldi sorgerà l'albergo, oltre ad alcuni negozi ed appartamenti residenziali. Castel San Pietro e Palazzo Capitanio diventeranno invece dei nuovi siti culturali, con annesse attività commerciali e di ristorazione. Il tutto in un arco di tempo che comincia quest'anno e si concluderà nel 2030, come da cronoprogramma illustrato in commissione.

Un cronoprogramma che però ha anche mostrato che i tre interventi non avranno la stessa velocità. La precenza sarà data all'albergo, la cui apertura è prevista entro il 2026. Per Castel San Pietro e Palazzo Capitanio, invece, i tempi saranno più lunghi. Ed anche le opere di compensazione a vantaggio della collettività non sono ancora state definite.
Tanto basta alle opposizioni per avanzare più di una critica. «La parte culturale e museale del Piano Folin è ferma, vanno avanti soltanto le partite immobiliari destinate a generare reddito. E sono ancora molto fumose le opere compensative che il Comune dovrebbe ricevere in cambio - hanno commentato i consiglieri comunali del Partito Democratico Elisa La Paglia, Stefano Vallani e Federico Benini - Ci domandiamo dunque che cosa ne guadagnerà il Comune da questa operazione. Il centro congressuale di Via Garibaldi sarà riattivato in tandem con l'albergo di lusso e business senza alcuna analisi di impatto sulla viabilità di utenti e fornitori. Degli allestimenti di Castel San Pietro si comincerà a parlare, se va bene, nel 2026-2027 e solo per esporre i ritrovamenti archeologici del cantiere, non per il Museo della Città e il Museo di Scienze Naturali. Non si capisce se le 70 nuove residenze saranno soltanto appartamenti per massimizzare i profitti oppure se potranno essere finalizzare a ripopolare il centro storico. Non ci spaventano nuovi negozi in centro storico ma constatiamo che dietro ad essi non c’è alcuna idea di scambio culturale come promesso dal piano stesso. Come accaduto all'Isap a Parona o agli ex Tabacchi c'è soltanto un'amministrazione che confeziona deroghe per grandi gruppi senza chiedere in cambio nulla, o quasi, per i cittadini. E più grandi e potenti sono i proponenti e più grande e svantaggiosa sarà la deroga concessa». Ed il consigliere Michele Bertucco ha aggiunto: «Il Piano Folin si è rivelato per quello che temevamo che fosse: una grande foglia di fico su una gigantesca speculazione immobiliare nel pieno del centro storico della città comprendente alberghi, negozi e appartamenti. Tutti gli interventi caratterizzanti del Piano Folin sono stati cancellati e sulle ceneri di queste belle idee restano il mega albergo di lusso da 140 stanze; un numero imprecisato di negozi e una settantina di appartamenti. Il tutto su una superficie lorda di circa 33mila metri quadrati. In breve i veronesi sono stati prima illusi e poi beffati».

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