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I pensionati veronesi hanno chiesto a Tommasi una Verona a misura di anziano

Il segretario provinciale di Spi Cgil Adriano Filice: «L'invecchiamento attivo è una realtà in tanti ambiti, ma è soltanto una parte della fotografia che comprende anche tanta solitudine, difficoltà economiche e bisogno di assistenza»

Se la tendenza demografica non s'invertirà, a Verona ci saranno sempre più anziani e meno giovani. Per questo il sindacato dei pensionati della Cgil (Spi) ha chiesto al candidato sindaco Damiano Tommasi di pensare ad una città futura a misura di anziano, senza però rinunciare a quelle innovazioni tecnologiche che potrebbero semplificare la vita dei cittadini.

Ieri, 1 giugno, lo Spi Cgil di Verona ha incontrato al Centro Payanini di Via San Marco il candidato a sindaco della coalizione Rete!. Un incontro di reciproca conoscenza, in cui sono stati messi sul tappeto i principali temi riguardanti la terza età.
Nel suo intervento, il segretario provinciale di Spi Cgil Adriano Filice ha mostrato le dinamiche demografiche che vedono Verona in linea con le tendenze nazionali ed internazionali ed in progressivo invecchiamento: se nel 1982 a Verona c’erano più giovani che anziani, nel 2020 la città conta due over 65 ogni giovane under 14 e nel 2030 ci saranno tre anziani per ogni giovane. «È un aspetto di cui la politica ad ogni livello deve tener conto - ha sottolineato Filice - Le città saranno pure più smart, ma la loro popolazione sarà sempre più anziana. Il che non significa inadeguata. L’invecchiamento attivo, ovvero il tema degli anziani protagonisti all’interno della propria comunità di riferimento, è già una realtà in tantissimi ambiti. Si prenda ad esempio il volontariato sociale e civile, ma è soltanto una parte della fotografia che comprende anche tanta solitudine, difficoltà economiche e bisogno di assistenza».

Spi Cgil Verona auspica che la prossima amministrazione comunale si ponga l’obiettivo di governare questi processi, facendo contare il proprio peso nell’ambito della Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 9 per la parte sanitaria, contrastando ad esempio la carenza dei medici di base ed estendendo l’offerta di assistenza domiciliare.
Sul versante del governo del territorio, il sindacato ha chiesto di ripensare i servizi di mobilità, trasporto e residenzialità, per rendere Verona più sostenibile e accessibile per tutti.
E sul piano fiscale, i pensionati veronesi di Cgil hanno suggerito una politica più attenta nei loro confronti, vista l'erosione delle loro pensioni a causa dell'inflazione. E una proposta è quella di innalzare la soglia di esenzione dell'addizionale comunale Irpef.

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