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Martedì, 23 Aprile 2024
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L'idea rivoluzionaria del Pd veronese sui trasporti: «Serve la metropolitana leggera»

La candidata del Partito democratico alle prossime elezioni regionali in Veneto Elisa La Paglia spiega: «Si può realizzare con treni più frequenti e recupero delle stazioni dismesse»

Due ore e 16 minuti, sono questi i tempi di percorrenza di uno dei treni che collegano Legnago a Verona la domenica. Tempi definiti «inaccettabili», da parte degli esponenti dem veronesi Elisa La Paglia e Michele Bresaola, per coprire 40 chilometri di distanza, come fanno quotidianamente centinaia di pendolari, tanto che la linea Verona-Legnago-Rovigo, ricordano sempre La Paglia e Bresaola, è stata inserita «tra le dieci peggiori d’Italia». In questo periodo estivo, sottolineano in una nota gli esponenti del Pd, «la domenica sono disponibili otto corse verso il capoluogo dalle 7.22 alle 20.22: solo due corse dirette impiegano 55 minuti a raggiungere Verona. Il percorso inverso, da Verona a Legnago, prevederebbe invece nove corse dalle 5.18 alle 19.56 con una punta di 2 ore e 15 minuti di tempo di percorrenza con un cambio e un minimo di 46 minuti per le uniche due corse dirette. Di giorno feriale le corse si moltiplicano arrivando a 14, - si legge sempre nella nota del Pd - ma i tempi di percorrenza non cambiano, con punte di 2 ore e 32 minuti con due cambi e solo 6 corse dirette da 46 minuti».

«La Regione Emilia-Romagna ha aggiunto una serie di collegamenti ogni ora da Poggio Rusco fino a Bologna, di fatto raddoppiando l’offerta. Dobbiamo cominciare da qui anche noi per rilanciare i nostri collegamenti su rotaia, tra cui la Verona-Bologna e la Legnago-Verona, due tra le tratte più lente e inefficienti della nostra regione - dichiara la consigliera comunale a Verona e candidata alle elezioni regionali per il Pd Elisa La Paglia -. Il progetto di dotare la regione di un sistema ferroviario metropolitano (Sfmr) è stato definitivamente affossato a vent’anni dall’inizio dei lavori e dopo un miliardo di euro inutilmente spesi. L’idea va invece rilanciata perché è giusto che anche il territorio veronese, la Bassa in primis ma anche la Valpolicella e la zona lago, possa contare su un sistema di trasporto pubblico moderno e integrato, con orario cadenzato ogni 30 minuti, affinché il servizio pubblico diventi appetibile per studenti, lavoratori, turisti. Lo hanno fatto le province vicine di altre regioni. Trento ha utilizzato le ferrovie della Valsugana e della Trento Malè per collegare decine di paesi del territorio. L’Emilia-Romagna avrà treni ogni mezzora tra Ravenna e Rimini e ha potenziato la linea Bologna-Poggio Rusco, che serve la Bassa emiliana, con fermate a Camposanto, San Felice, Mirandola, Crevalcore, San Giovanni in Persiceto, Osteria Nuova e Calderara Bargellino».

Secondo Elisa La Paglia sarebbero anzitutto due le azioni da: «La prima è di tornare con forza a chiedere una maggiore frequenza dei treni e il primo contributo lo deve dare la Regione Veneto, anziché ragionare sempre e solo su nuove strade. In seconda battuta bisogna riattivare le stazioni dormienti, grazie alle quali si può creare una rete capillare di fermate come in una vera metropolitana di superficie. Nella Bassa, ad esempio, il treno Legnago Verona si ferma oggi a Cerea, Bovolone, Isola della Scala e Buttapietra. Si può cominciare a riaprire le stazioni non più attive - spiega sempre la dem Elisa La Paglia - come Tarmassia e Cadidavid, oppure si può pensare a svilupparla verso Nogara, passando da Cerea, riaprendo Sanguinetto. Sulla direttiva Bologna-Verona, che passa da Nogara, si trovano le stazioni dismesse di Roncanova, Bonferraro e Pellegrina. Nel resto del territorio si possono valorizzare Porta Vescovo e San Martino Buon Albergo a Est, riaprire Parona e Pescantina in direzione Trento, Lugagnano verso Milano. Andranno anche adeguate le stazioni con l’abbattimento delle barriere architettoniche».

Secondo gli esponenti del Partito democratico veronese, un altro progetto non più rinviabile è il collegamento ferroviario con l’aeroporto Catullo: «Di fatto sarebbe una variante da realizzare sulla linea Verona - Mantova, indicativamente da Madonna di Dossobuono a Villafranca, con abbandono della tratta che passa dal centro di Dossobuono. Contestualmente sarebbe da migliorare a livello di infrastruttura anche la rimanente tratta Villafranca – Mantova», spiega ancora Elisa La Paglia. Sul tema si è espresso anche Michele Bresaola, capogruppo del Pd in quinta circoscrizione a Verona ed esperto di mobilità: «Per rendere più appetibile il trasporto pubblico servirebbe anche un biglietto unico regionale, calcolato a chilometri percorsi, che consentirebbe di viaggiare in tutto il territorio veneto utilizzando qualsiasi mezzo di trasporto. La Provincia autonoma di Bolzano lo ha già adottato e si è rivelato un successo, così come in Svizzera è da anni una realtà consolidata».Nell’ambito di tale potenziamento per gli espoennti dem andrebbe infine ripensato anche lo stesso sviluppo del trasporto merci, considerando il fatto che nella Bassa veronese esistono alcune grandi realtà produttive che, già in passato, si sono spesso servite di treni merci: «Cerano due treni al giorno per trasportare lavatrici "Smeg", - ricorda in conclusione Elisa La Paglia - e il servizio potrebbe essere utilizzato anche da Coca-Cola e Marcegaglia, sfruttando anche l’intermodalità e la logistica del Quadrante Europa per uno sviluppo produttivo organizzato e con una visione di futuro. Il trasporto non può più essere solo su gomma: dobbiamo liberare le nostre arterie sempre più intasate dall’enormità di tir in circolazione».

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