Il Pd attacca: "La giunta gioca con le tasche dei veronesi"
Il Partito Democratico veronese non perde tempo e attacca subito la maggioranza sull'approvazione della delibera relativa all'addizionale Irpef e aliquote Imu
Il Pd contesta la delibera comunale su Irpef e Imu, criticando senza mezzi termini l'amministrazione comunale. A farsi portavoce dell'opposizione su questo argomento sono Michele Bertucco, capogruppo dei democratici in comune, e Vincenzo D'Arienzo, segretario provinciale sempre per i democratici.
"La nuova proposta su Imu e Irpef è la terza nel giro di pochi giorni. Stanno facendo la figura dei dilettanti allo sbaraglio che non sanno quali pesci pigliare.
La prova provata è la rimodulazione dell'aliquota massima dell'iImu che ora scatta (salvo altri ripensamenti) dalla sesta anziché dalla decima casa: era chiaro come il sole, e noi li avevamo avvertiti per tempo, che una soglia così alta non avrebbe prodotto il gettito auspicato poiché poche sono le persone che dispongono di un patrimonio immobiliare così ingente.
Ma la cosa più grave è che tutto questo fare e disfare dimostra che non hanno la pur minima idea di come scaglionare le aliquote per riuscire a incassare i 73 milioni e mezzo di imponibile totale.
Brancolano nel buio. Con il pallottoliere giocano sulla pelle (e con le tasche) dei veronesi.
Dopo tutto questo trambusto, infatti, rimane l'aliquota massima sulla prima casa, che si puo' e si deve dimezzare.
E non avevano certo bisogno di sentire le associazioni di categoria per capire che il 10,6 per mille sui capannoni e gli uffici avrebbe avuto un effetto deprimente sull'economia: da settimane il Pd ripete che l'aliquota andava abbassata sotto al 9!
Nessuna agevolazione viene poi prevista per le case che passano dai genitori ai figli in linea di eredità. E sono migliaia.
Viste queste premesse disastrose, la giunta sarà presto costretta a fare marcia indietro anche sull'Irpef: o si scagliona l'imposta per far pagare a chi ha di più' oppure il gettito non si garantisce.
Alle esenzioni per i pensionati al minimo occorre affiancare un sistema progressivo che imponga l'aliquota massima (0,6) da 70 mila euro in su.
Insomma, il Comune sta usando nella maniera peggiore l'autonomia impositiva locale con decisioni che reprimeranno i consumi dei più' deboli che pagano anche per chi ha di più'."