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Aeroporto Catullo. PD: "Ma quale decollo. Siamo ancora fermi al check-in"

Gli esponenti locali del Partito Democratico denunciano la segretezza del Piano Industriale ed emergono dubbi anche dagli uffici comunali sull'ultimo bilancio in attivo

Bilancio del Catullo e acquisizione di Save ancora nel mirino del Partito Democratico, che interviene ancora sull'aeroporto veronese.

"Il matrimonio semiclandestino (quasi una fuitina) con Save, avvenuto attraverso una specie di scalata pilotata anziché mediante gara europea, avrebbe dovuto far decollare il nostro aeroporto per una gioiosa luna di miele destinata a durare a lungo: bilanci in positivo già dal 2014, decine di milioni di euro investimenti, 4 milioni di passeggeri entro il 2017 - si legge in una nota del PD - A rompere l’idillio, riportando tutti con i piedi per terra, non sono i soliti cattivoni dell'opposizione, ma una dettagliata relazione di monitoraggio redatta dagli uffici comunali in data 26 maggio 2016, controfirmata dagli assessori competenti, che disegna un quadro ben diverso da quanto ci è stato fino ad oggi raccontato, e dalla quale emergono molte delle criticità da noi segnalate in questi mesi".

Il primo punto su cui concentrano la loro attenzione gli esponenti democratici è la programmazione. "Sulla mancanza del Piano Industriale avevamo insistito a febbraio e a maggio, quando per questo motivo saltò un consiglio comunale. Ebbene, prendiamo atto che il Piano Industriale è ancora sconosciuto agli stessi uffici comunali. Non solo: è impossibile procurarsi copia anche del Piano di Sviluppo, tanto è vero che gli uffici comunali sono stati costretti a basarsi su fonti di seconda mano, come i verbali dell’assemblea dei soci e la relazione generale pubblicata sul sito del Ministero dell’Ambiente".

Il Piano di Sviluppo, riportato dal PD veronese, dice che dal 2014 al 2030, con tappe intermedie nel 2020 e nel 2025, ci sarà un impetuoso sviluppo del traffico passeggeri su Verona basato soprattutto sulla crescita del traffico low cost, mentre per le componenti linea e charter l’obiettivo è quello del consolidamento. "Le infrastrutture aeroportuali attuali - commentano i democratici - diventeranno presto insufficienti a contenere tale sviluppo tanto da rendere necessario un imponente piano di investimenti da ben 134 milioni di euro (156 milioni contando anche le opere imputate ad Enac). Ma da dove verranno questi fiumi di denaro? Secondo il Piano Industriale, già tra il 2016 al 2019 dovrebbero essere investiti quasi 64 milioni di euro, interamente autofinanziati".

Gli stessi uffici comunali hanno chiesto le modalità di finanziamento previste, tenuto conto che l’operazione Save Spa ha portato nelle casse della società un importo inferiore alle preventivate necessità finanziarie. "Dal consolidato 2015 - aggiungono i democratici - risulta evidente come i capitali portati da Save siano stati impiegati per ripianare i debiti con le banche, passati dai 25 milioni di euro del 2014 ai 500 mila euro del bilancio 2015. Sotto il profilo degli investimenti finora eseguiti, si evidenzia soltanto il potenziamento delle strutture commerciali unitamente a pochi altri interventi propedeutici al potenziamento delle infrastrutture, mentre i lavori di maggiore peso vengono rimandati ad un futuro imprecisato da qui al 2030".

Gli uffici annotano anche che gli interventi di riqualifica strutturale sono ad oggi indispensabili in luogo degli interventi manutentivi superficiali finora eseguiti. "Il Piano Industriale - incalzano gli esponenti del PD - prevedeva un attivo già nel 2014, che invece ha chiuso con quasi 9 milioni di buco. Il miracolo sembrava essere stato raggiunto col bilancio consolidato 2015 che riporta un utile di 100 mila euro, ma è solo un effetto ottico in quanto sono stati contabilizzati ben 3,6 milioni di non meglio precisate imposte anticipate. In assenza di questa posta non ordinaria il bilancio sarebbe stato in negativo per il nono anno consecutivo".

"In breve - concludono dal Partito Democratico di Verona - tutto l’impianto del Piano Industriale del Catullo si fonda sulla sua segretezza. In assenza di dati dichiarati è come giocare al gioco delle tre carte in quanto diventa impossibile verificare la bontà degli interventi ma ci sono ormai numerosissimi segnali di dubbio e perplessità che vanno chiariti. L’unica certezza sono i 50 lavoratori licenziati e la riduzione dei costi di gestione. Contemporaneamente però sono diminuiti anche i ricavi. La stessa cortina fumogena avvolge anche la richiesta di azione di responsabilità verso i precedenti amministratori. Dopo ben 4 pareri legali la questione è uscita dal radar del consiglio di amministrazione e non se ne sa più nulla".

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