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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Parco della Lessinia, «primo stop dalla Regione» a eliminazione dei guardiaparco

Dalle risposte alle interrogazioni di PD ed Europa Verde sono emerse le differenti vedute tra Regione ed ente gestore del parco. Zanoni e Bigon: «Per la Regione, il guardiaparco è strategico»

Sull'utilità dei guardiaparco, la Regione Veneto e l'ente che gestisce il Parco della Lessinia non hanno la stessa visione. Per la Regione, queste figure sono strategiche; mentre per l'ente del parco le funzioni dei guardiaparco possono essere svolte da altri, generando un discreto risparmio. Questa differenza di vedute non è però sostenibile perché il Parco della Lessinia è un parco regionale ed il direttivo dell'ente gestore del parco è nominato dalla Regione Veneto. Ci si aspetterebbe dunque una continuità, soprattutto in ciò che si ritiene strategico per il patrimonio territoriale.

La contraddizione è emersa ieri mattina, 28 marzo, all'inizio del consiglio regionale del Veneto, quando la giunta regionale ha fornito le risposte a due interrogazioni simili sul taglio dei guardiaparco per due anni inserito nel nuovo piano del personale del Parco della Lessinia. Un'interrogazione era stata presentata dalla consigliera regionale di Europa Verde Cristina Guarda, l'altra dai consiglieri del Partito Democratico Andrea Zanoni e Anna Maria Bigon. A fornire le risposte è stato l'assessore Roberto Marcato, in rappresentanza dell'assessore regionale ai parchi e alle aree protette Cristiano Corazzari che ieri era assente.

«La giunta regionale ha comunicato un primo stop alla inopportuna scelta del consiglio direttivo del parco ed ha affermato la volontà di assicurare la continuità nel tempo delle attività istituzionali di tutela del patrimonio naturalistico, ambientale, storico ed etnico del territorio del parco in capo all'ente gestore», ha fatto sapere la consigliera Guarda, la quale puntualizza anche un dettaglio tecnico: «La contestata deliberazione, attribuendosi un'efficacia che non poteva avere, autorizzava l’ente parco all'avvio delle procedure concorsuali e di mobilità necessarie per l'assunzione del personale. La giunta regionale invece segnala che la direzione organizzazione e personale aveva formulato alcuni rilievi sul contenuto dell’atto e dunque, nel rispetto della legge sulla vigilanza e il controllo degli enti regionali, l’atto non poteva produrre effetti, essendo in corso la procedura di controllo. Mi chiedo a questo punto sulla base di quale costruzione logica e giuridica l’ente parco abbia pensato di poter andare avanti con una delibera inefficace».

Nel merito della questione dei guardiaparco sono poi entrati i consiglieri Zanoni e Bigon, constatando che: «La Regione ha sottolineato all'ente parco che il guardiaparco è strategico per garantire le finalità di tutela dell’area. E al tempo stesso sono ridicole le motivazioni dell'ente parco che giustificherebbe la soppressione del guardiaparco facendo leva sulla presenza degli altri corpi di polizia».
Infine, i due consiglieri del PD ritengono paradossale «che ad attaccare il parco sia lo stesso consiglio direttivo dell'ente. Ciò accade perché il presidente della Regione Luca Zaia ha nominato questo organismo ponendo a capo un presidente ed un vicepresidente noti per non volere il parco, con il secondo che è addirittura cacciatore. Ci auguriamo che la Regione eviti questa sciagura rispedendo al mittente questo tentativo di eliminare la vigilanza nel parco, cosa utile solo a bracconieri e predatori vari di flora e fauna».

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