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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Parco Agricolo comunale, la proposta di Verona Pulita per rilanciare la città

Il movimento che propone Michele Croce come prossimo sindaco del capoluogo veronese, ha definito l'idea la "Rivoluzione verde": "Una proposta in antitesi con la visione portata avanti dalla precedente amministrazione e da quelle candidate a succedervi"

"Qualità della vita, qualità dell’alimentazione, qualità dell’ambiente e sviluppo autosostenibile". Sono le parole chiave del progetto che Verona Pulita propone come una delle punte di diamante del suo programma: Il Parco Agricolo. Il movimento che propone Michele Croce come futuro sindaco del capoluogo scaligero, ha illustrato il progetto in una conferenza stampa che si è tenuta al Liston 12: autore del progetto, nonché capolista per il Consiglio comunale, è Diego Begalli, professore ordinario di economia ed estimo rurale all'Università di Verona. 

Un'idea che è stata definita la "Rivoluzione Verde" e che il gruppo vorrebbe realizzare a partire dal 12 giugno 2017. "Una proposta in antitesi con la visione portata avanti dalla precedente amministrazione e da quelle candidate a succedervi", fanno sapere da Verona Pulita, proseguendo con l'intera spiegazione del progetto. 

Infatti il Piano di Assetto Territoriale (PAT) del Comune di Verona, approvato definitivamente nel 2007 non adotta nessuno strumento di valorizzazione dell’attività agricola multifunzionale. Ne riconosce l’importanza, ma si adopera solo per il recupero e la preservazione del patrimonio edilizio rurale e per l’inserimento di una parte di queste aree nell’ambito di zone di tutela naturalistico ambientale.

Ma il modello urbanocentrico di sviluppo della città è ormai superato, ha dimostrato la sua inefficacia e la sua insostenibiltà poiché pianifica una continuità tra i cosiddetti parchi territoriali e i parchi urbani, entrambi fondati su approcci vincolistici.

Il modello urbanocentrico non fa altro che accelerare i fenomeni di disattivazione delle aziende agricole e con essi il degrado paesaggistico-ambientale.
Inevitabile risultato: accentuazione della deantropizzazione dell'area rurale e aumento dei costi per la collettività per la gestione del territorio. 

A subire più pesantemente gli effetti di queste dinamiche è il cosiddetto "Terzo territorio", vale a dire quello periurbano che il Comune di Verona non ha dotato di uno specifico progetto.

In contrapposizione alla visione urbanocentrica, i cui devastanti effetti sono oggi sotto gli occhi di tutti, Verona Pulita basa la sua proposta sul concetto di bioregione urbana, che pone al centro la valorizzazione delle cosiddette economie di prossimità. Qui, gli aspetti della produzione agricola e della protezione ambientale s’integrano con la messa a valore del patrimonio territoriale, correlato in primo luogo allo sviluppo di circuiti turistici e di accoglienza di prossimità. Il Parco Agricolo offre una gestione attiva che favorisce l’equilibrio tra aree antropizzate (agricole) e deantropizzate(naturali) e rappresenta lo strumento concreto ed efficace attraverso il quale si integrano ambiente, agricoltura, paesaggio, fruizione turistica.

Il Parco Agricolo vuole:

  1. Valorizzare le aziende agricole periurbane e i loro prodotti. Coltivare in collina è svantaggioso e ben più costoso, i prodotti sono straordinari, ma a causa dei maggiori costi di produzione risultano meno competitivi. Le aziende chiudono con conseguente abbandono dei terrenie degrado ambientale. Verona Pulita vuole dar vita a progetti integrati su agrimercati, green tours, De.Co per prodotti agroalimentari, ma anche ad eventi ad essi collegati, e realizzare un marchio collettivo di qualità ambientale, il tutto funzionale, sia allo sviluppo delle strutture agricole che di quelle fruitive. Cosa significa? Vogliamo creare delle denominazioni di origine per i prodotti anche della più piccola azienda agricola veronese e aiutarla a commercializzarli. Come? I prodotti del marchio del Parco saranno venduti nel Farmer Market a chilometri zero in centro città, negli eventi mensilmente organizzati nelle singole circoscrizioni per promuovere la tipicità territoriale e via web. Risultati: quella che si chiama Salvaguardia Attiva, basta cementificazione, un territorio protetto e un decoro paesaggistico tutelato e mantenuto senza oneri per il Comune, a differenza di un qualunque semplice Parco Verde, previsto dal PAT. E un incremento e una diversificazione dell’offerta turistica.
  2. Ampliare l’offerta turistica e i tempi di permanenza in città. Il 40% degli americani che consumano Amarone negli Stati Uniti dichiara di averlo conosciuto grazie al turismo. Oggi il mercato è il mondo, ma può partire da qui, da una degustazione, da un acquisto al Farmer market o alla fiera di circoscrizione che Verona Pulita desidera abbia cadenza mensile e non annuale. Le statistiche dicono che il nostro è un turismo mordi e fuggi. Lo spettacolo in Arena, il balcone di Giulietta… per poi pernottare più a lungo sul lago di Garda. Verona dovrebbe offrire e veicolareadeguatamente percorsi enogastronomici, green tours… che valorizzino i territori periurbani in una logica di rete e con un approccio di interazione non gerarchica. Verona non è solo il suo centro storico. Questo assunto permetterebbe di prolungare notevolmente la media di permanenza turistica in città.
  3. Creare nuova occupazione e salvaguardare la nostra tradizione. Verona è uno dei comuni più agricoli d’italia. La terra e la sua cura sono nella tradizione di una città che anche e soprattutto in questo può esprimere una cifra di vera e autentica internazionalità. In un mondo in continua evoluzione due sono i settori che possono offrire occupazione al di là di ogni crisi: le nuove frontiere della tecnologia e la cura del territorio secondo un modello di sviluppo sostenibile come quello del Parco Agricolo.
  4. La costituzione di ampi spazi di verde pubblico coltivato, aperto ai cittadini, agli anziani, alle scuole, perché chiunque lo desideri possa avere il proprio orto…
  5. Portare sulle tavole delle scuole della città prodotti a chilometri zero, far mangiare ai nostri bambini frutta e verdura cresciute nei campi e sugli alberi vicino casa, non maturate nei frigoriferi.

In conclusione il Parco Agricolo con la sua logica di rete non gerarchica fra i territori periurbani favoriscel’affermazione di forme durevoli di sviluppo autosostenibile, poiché derivanti da processi d’investimento endogeno (comunità locali) anziché esogeno (investitori esterni).

Parafrasando Shakespeare: “C’è tutto un mondo fuori dalle mura di Verona… che rappresenta il futuro sostenibile della nostra città”.

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