Bertucco in difesa del Parco dell'Adige: «Va adottato il piano ambientale»
Il consigliere comunale, insieme all'urbanista Giuseppe Campagnari, è intervenuto, criticando alcune scelte urbanistiche che riguardano l'area del parco fluviale
«Il Parco dell'Adige esiste davvero o è un'entità astratta? E nel caso in cui esista concretamente, esso comprende anche il fiume Adige?». Domande che sembrerebbero avere scarso valore politico e invece, per il consigliere comunale Michele Bertucco e per l'urbanista Giuseppe Campagnari, sono domande in grado di logorare l'amministrazione comunale di Verona, un'amministrazione che «nel supino tentativo di spianare la strada all'Adige Sport Village e ad altri interventi in riva o addirittura all'interno del fiume, arriva a smentire se stessa».
«Il sindaco Federico Sboarina dovrebbe ben conoscere ambito e confini del parco dell'Adige, visto che nel 2008, nelle vesti di assessore all'ambiente della prima giunta Tosi, aveva partecipato alla sua approvazione - scrivono Bertucco e Campagnari - Sta di fatto che l'avvocato Caucci dello Studio Barel, legale dell'Adige Sport Village, allo scopo evidente di evitare ai suoi assistiti le lungaggini della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, nega che il Giarol Grande faccia parte del Parco dell'Adige. Di più: nega che ciò che chiamiamo Parco dell'Adige sia un'area naturale meritevole di protezione, scrivendo testualmente: "… l’area naturale protetta di interesse regionale ... non esiste nel mondo reale ...". Come se non bastasse ci si mettono anche gli uffici dell'urbanistica, ai quali ci eravamo rivolti per chiedere spiegazioni su questo ed altri interventi (ad esempio l'"onda da surf" a valle della diga del Chievo). Ebbene, i dirigenti dell'ambiente e dell'urbanistica del Comune di Verona negano perfino che il fiume faccia parte del Parco dell'Adige. Cosa resta quindi del Parco dell'Adige? Le sponde? Delle due l'una: o sono tutti impazziti, o è proprio vero che in Comune non è cambiato nulla a livello di forzature politiche su interventi urbanistici. Il che spiegherebbe anche il silenzio del sindaco e della stessa assessora all'urbanistica. Se non fosse sufficiente consultare la cartografia comunale ufficiale, basterebbe leggere l'articolo 136 delle norme tecniche del Piano degli Interventi per capire che il Parco dell'Adige comprende e tutela anche il demanio fluviale del fiume Adige, quindi il fiume stesso. Del resto, potrebbe esistere un parco fluviale che non comprenda anche il fiume? Evidentemente no, ma altrettanto evidentemente c'è chi di fronte a certi input politici o economici chiude entrambi gli occhi per motivi a noi sconosciuti».
«L'aggiornamento del Piano Ambientale del Parco, avviato nel 2007 e concluso nel 2008, da allora giace dimenticato negli uffici comunali - concludono il consigliere e l'urbanista - Due sono le cose da fare: adottarlo e prevedere anche un piano di gestione dotato delle necessarie risorse economiche per avviare finalmente la realizzazione del Parco dell'Adige. Cosa che finora non hanno nessuno».