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Medici morti durante la pandemia e ristori alle famiglie, Bigon: «Sbagliato dimenticare i medici uccisi dal Covid»

Lo stesso presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici la definisce «una questione di giustizia, un fatto etico prima ancora che economico». Anna Maria Bigon spiega: «Adesso è stato approvato un ordine del giorno, ma occorre fare presto, mettendo fine a ogni rimpallo e rimediando a una brutta figura»

«È sbagliato dimenticare il sacrificio dei tanti medici morti durante la pandemia, mi auguro che il governo trovi le risorse necessarie per dare un risarcimento alle loro famiglie». Anna Maria Bigon, consigliera regionale del Partito democratico e vicepresidente della commissione Sanità, interviene così sul caso della mancata approvazione del subemendamento al decreto ristori in commissione Bilancio, poi trasformato in ordine del giorno.

«Da eroi a vittime dimenticate: quel provvedimento è doveroso, senza bisogno di mettere "bandierine di parte"; sono persone cadute nell’espletamento delle funzioni di istituto - ribadisce Anna Maria Bigon - E c’è un disegno di legge trasversale approvato ormai a novembre per assicurare un indennizzo. Nel giro di un anno sono 369 i medici che hanno perso la vita combattendo contro il Covid. Talvolta, specie nella prima ondata, facendo i conti con la mancanza di dispositivi di protezione individuale e con un sistema sanitario impreparato a reggere l’urto del virus. Tra di loro personale in pensione, rientrato in servizio per dare una mano nel momento più critico dell’emergenza. Ci sono famiglie che non solo hanno perso un proprio caro, ma anche l’unica fonte di reddito. Adesso è stato approvato un ordine del giorno, - aggiunge Anna Maria Bigon - ma occorre fare presto, mettendo fine a ogni rimpallo e rimediando a una brutta figura».

Secondo i dati forniti dalla Federazione nazionale degli Ordini dei Medici sono 370 i medici e gli odontoiatri morti durante la pandemia: di questi, 216 erano medici di famiglia, del 118, guardie mediche, specialisti ambulatoriali, liberi professionisti; 30 gli Odontoiatri. Dal canto suo il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli ha commentato così l'approvazione dell'ordine del giorno in Cdm: «Soddisfazione per l’intervento del governo, che, a quanto si apprende, ha messo all’ordine del giorno oggi, in Consiglio dei ministri, il finanziamento di un fondo destinato alle famiglie dei medici e odontoiatri morti per il Covid e privi di copertura Inail. È una questione di giustizia, un fatto etico prima ancora che economico. Si viene così a sanare una grave ingiustizia, che vedeva abbandonate a se stesse circa 250 famiglie, che al dolore per la perdita aggiungevano la tribolazione economica - spiega ancora il presidente Anelli -. Mentre infatti i medici dipendenti hanno copertura Inail, questo non vale per i liberi professionisti e per medici convenzionati, che costituiscono oltre la metà dei medici scomparsi. Nessun risarcimento da parte dello Stato è andato quindi a queste famiglie, che hanno pagato il prezzo più alto per il bene di tutti noi, degli oltre dieci milioni e settecentomila guariti e dell’intero Paese».

Il presidente della Fnomceo Filippo Anelli ha poi concluso: «Questi 250 medici hanno pagato quei valori di prossimità, vicinanza, fiducia che informano la nostra medicina del territorio. Sono morti per portare a termine la loro missione, quella di curare e rimanere accanto al malato. Anche se mancava tutto, se le mascherine non si trovavano, se i guanti erano finiti. È questo che è successo al nostro Roberto Stella, primo medico a cadere, e a quelli che sono venuti dopo di lui, fino all’ultima vittima, Edward Haiek, anche lui, come Stella, medico di medicina generale. È giusto che lo Stato riconosca il loro valore e provveda alle famiglie che ce li hanno donati».  

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