Polemica sull'ospedale del Bambino, Salemi: «Gravi disservizi e carenza di personale»
«La qualità della sanità non si misura sulle parole, ma sulla efficienza che ogni giorno sperimentano pazienti e familiari. - attacca Orietta Salemi - La realtà è che il Veneto paga una carenza di personale drammatica. Mancano medici ed infermieri»
«Senzatetto che dormono vicino ai giochi per bambini nell'ingresso. Hall completamente sguarnita di sorveglianza. Punto informazioni elegante, ma deserto. Un intero piano ultimato e arredato che rimane chiuso. Reparti, come quello di terapia intensiva, che sono sotto organico e neonati che vengono così trasferiti in altre strutture. Genitori costretti a portare da casa fasciatoi e vaschette per fare il bagno ai piccoli». Con queste parole affidate a una nota stampa la consigliera regionale del Partito Democratico Orietta Salemi, ha voluto portare all'attenzione su quelli che ritiene essere i «disservizi del nuovo Ospedale della Donna e del Bambino di Borgo Trento a Verona».
A far scattare l'allarme sarebbe stata l'ennesima segnalazione da parte di alcuni genitori, pervenuta alla consigliera regionale veronese, la quale ha colto l'occasione anche per lanciare un appello al governatore Luca Zaia: «Il Presidente faccia visita alla struttura, magari senza preavviso, e veda coi suoi occhi». La replica alle dure affermazioni di Orietta Salemi non si è però fatta attendere, ed è arrivata direttamente dal Direttore del reparto di Pediatria ad indirizzo critico, Dott. Paolo Biban, il quale in un'intervista rilasciata nelle scorse ore al quotidiano L'Arena ha spiegato: «Non mi risulta che ci siano carenze del tipo fasciatoi o vaschette per fare il bagnetto ai bimbi. Per quanto riguarda i neonati trasferiti ad altri centri, si tratta di un fenomeno assai raro, che può essere necessario in situazioni di emergenza».
Per quanto concerne invece le carenze di personale, la stessa azienda ospedaliera veronese ha spiegato che sono in programma nuove assunzioni di personale infermieristico e che non è da escludere la creazione di nuovi posti letto, in relazione anche all'eventuale aumento delle nascite.