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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Noi con l'Italia, il nuovo simbolo. Tosi snobba il veto leghista: "I primi sondaggi sono buoni"

Lo scudocrociato della Dc con tanto di scritta "Libertas" campeggia nel nuovo simbolo di Noi con l'Italia, mentre Flavio Tosi dopo la replica a Salvini pensa ai primi sondaggi: "Siamo a un passo dalla soglia di sbarramento. Come centrodestra unito possiamo superare il 40%"

Nella mattinata di ieri è stato presentato ufficialmente il nuovo simbolo della cosiddetta "quarta gamba" del centrodestra che vede al suo interno una variegata compagine di esponenti politici ben noti a livello nazionale e locale. Tra questi anche Flavio Tosi, l'ex primo cittadino veronese, tra i primi a promuovere l'idea che fosse necessario aggiungere un'ulteriore formazione politica alla coalizione a tre composta da Lega Nord, Fratelli d'Italia e Forza Italia.

Nel simbolo di Noi con l'Italia è comparso da ieri anche lo "scudocrociato" della Democrazia cristiana, portato in dote da Lorenzo Cesa che ha da poco fatto il suo ingresso nel nuovo partito. Tra gli ultimi arrivati nei popolari capitanati dai vari Raffale Fitto, Maurizio Lupi, Enrico Costa (ex ministro per gli affari regionali del Governo Renzi), Enrico Zanetti e lo stesso Flavio Tosi, si è venuto recentemente ad aggiungere anche il gruppo politico che fa riferimento a Gaetano Quagliariello Idea, il cui coordinatore regionale in Veneto è Stefano Casali.

Il veto di Salvini contro Tosi

Dopo la riunione di Arcore con Silvio Berlusconi nei giorni scorsi, è emerso in modo quasi ufficiale quel che da tempo già si sapeva, vale a dire l'esistenza di una sorta di "veto politico" da parte di Matteo Salvini e la sua area nei confronti dell'acerrimo nemico Flavio Tosi. Il segretario federale della Lega ha infatti esplicitato che accetterebbe l'ingresso nella coalizione del centrodestra anche di Noi con l'Italia, solo a patto che l'ex sindaco di Verona rinunci a candidarsi. In particolare è stato un altro esponente della Lega Nord come Massimiliano Fedriga a chiarire ulteriormente le cose, spiegando durante un'intervista a Un Giorno da Pecora che «Tosi non può candidarsi nell'uninominale, mentre nel proporzionale faccia quello vuole».

L'appello all'unità di Alberto Bozza

Parole che non sono affatto piaciute al diretto interessato Flavio Tosi, ma nemmeno ai suoi storici compagni d'avventura come il consigliere comunale a Verona Alberto Bozza. Quest'ultimo ha infatti ripreso il "metodo Salvini" impiegato con Tosi, per accostarlo alla vicenda che nelle ultime ore ha scosso la sede del Consiglio regionale in Lombardia, con la scelta di Roberto Maroni, altro padre storico della Lega Nord, di non ricandidarsi più per il ruolo di Governatore. Le parole di Maroni che, in una serie di interviste a Il Foglio e Il Corriere della Sera ha denunciato «l'atteggiamento stalinista di Salvini» nei suoi confronti, sono prontamente state riprese proprio da Alberto Bozza, il quale sul suo profilo Facebook ha scritto: «Eccolo Salvinius...pure il veto a Maroni di non poter far altro...una specie di "pensionamento" unilaterale dalla scena politica», e poi ancora «Salvini a forza di porre veti si ritroverà senza “felpa” e con una scopa». 

Lo stesso consigliere comunale Bozza ha quindi lanciato il suo appello affinché il clima si rassereni, in nome della necessità per il centrodestra di affrontare la competizione elettorale in modo quanto più coeso possibile: «Mi auguro per il bene di Noi con l’Italia, ma anche di tutta l’intera coalizione composta da Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega Nord, che per un superiore interesse nazionale, finiscano i distinguo dettati da quei personalismi che sono stati eccessivamente enfatizzati nella scorsa campagna elettorale a Verona, raggiungendo toni ingiustificabili tali da favorire un assenteismo (al ballottaggio) di oltre il 60% degli elettori».

I sondaggi e l'entusiasmo di Tosi

Chi in fondo pare preoccuparsi ben poco della brutta aria che tira attorno alla sua fiugra, paradossalmente, sembrerebbe essere proprio Flavio Tosi. Nell'immediato la sua risposta a Salvini fu una sorta di nuovo guanto di sfida («Salvini mi teme e ciò mi fa onore»), mentre all'indomani dell'uscita dei primi sondaggi in vista dell'appuntamento del prossimo 4 marzo, questo è stato il suo commento: «Il sondaggio più favorevole ci dà al 2.7% (Noto Sondaggi per Rai3), quindi a un passo dalla soglia di sbarramento del 3% prevista dal Rosatellum. Quello più basso al 2.2 (Emg Aqua per TgLa7). Un’altra rilevazione (Tecnè per Matrix) attribuisce a Noi con l’Italia il 2.6%. C’è però una cosa fondamentale da tenere in considerazione: la nostra campagna elettorale deve ancora cominciare».

«I dati che ho riportato sono molto incoraggianti non solo per il raggiungimento del 3%, - ha poi proseguito Tosi - ma anche per la vittoria del centrodestra il cui obiettivo non può essere che oltrepassare quel 40% che ci consentirebbe di ottenere la stabilità di governo necessaria per far ripartire il Paese. Noi con l’Italia è un movimento fortemente radicato nei territori. È composto da tanti amministratori locali che conoscono da vicino i problemi della gente. La strada imboccata per ottenere un grande risultato è quella giusta, ma dobbiamo puntare sempre più in alto».

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