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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica Centro storico / Corso Porta Nuova

Da Traguardi e Pd solidarietà alla comunità marocchina: «A Verona tutti hanno il diritto di sentirsi cittadini con pari dignità»

«Non possiamo permettere che nella nostra città ci sia qualcuno che si attribuisca il diritto di decidere chi può far festa e chi no, chi ha diritto di camminare per strada e chi no», afferma il segretario Pd Verona Emanuele Amaini. Da Traguardi l'appello alla politica per «sostenere la prospettiva di una sana convivenza civile attraverso azioni quotidiane e di governo che mettano in pratica i valori dell'inclusione e del rispetto»

Il Marocco gioca bene a calcio. Partiamo da qui, da una semplice constatazione di merito. È una squadra che entusiasma, ha classe da vendere, i marocchini ne hanno tradizionalmente sempre avuta nel calcio, ma vi aggiunge una sana e rigorosa organizzazione tattica, per certi aspetti inedita, figlia anche dell'esperienza maturata da alcuni suoi giocatori che ormai militano nei club europei di più alto livello. Hakimi che calcia con lo scavetto il rigore più importante di sempre della storia della nazionale del Marocco ricorda la tranquillità di Pirlo contro l'Inghilterra, o quella di Totti contro il gigante Edwin van der Sar. A noi italiani, orfani di una nazionale da tifare durante questi mondiali autunno-invernali, non ci resta che vagheggiare i tempi andati, assistendo ai caroselli degli altri. Che ci sia frustrazione tra gli italiani è cosa comprensibile, che si riversi in violenza cieca e brutale decisamente meno. 

Raid contro i tifosi in Brà che festeggiano la vittoria del Marocco: 13 i fermati

Va detto che le vittorie, meritatissime e, ribadiamolo, entusiasmanti, del Marocco ai mondiali del Qatar, avevano già fatto parlare di sé in chiave non sportiva, bensì in merito a problemi di ordine pubblico. Era successo qualche giorno fa a Bruxelles, dopo la vittoria della nazionale contro il Belgio, quando alcuni tifosi marocchini hanno dato vita a scene di guerriglia urbana, con tanto di scontri con la polizia. Una situazione degenerata in conflitto che è stata invece scongiurata, grazie anche all'intelligenza dimostrata in questo caso sempre da altri tifosi del Marocco, in occasione della successiva vittoria con il Canada. Tutto questo, è evidente, non può certo giustificare o anche solo spiegare quanto avvenuto nella serata di martedì 6 dicembre a Verona, dopo la vittoria del Marocco contro la Spagna e la storica qualificazione ai quarti di un mondiale di calcio. La squadra di incappucciati che si è resa protagonista del raid contro i tifosi marocchini in festa, merita infatti, senza tanti fronzoli, la più severa condanna sotto tutti i punti di vista. Non da ultimo quello "politico". Un punto di vista che, mai come in questo caso, farebbe bene ad essere unanime e condiviso, da destra a sinistra. Perché è senz'altro doveroso condannare la guerriglia di Bruxelles e, tuttavia, allo stesso tempo altresì la violenza di martedì sera a Verona. In caso contrario si scade banalmente nell'ipocrisia.

A chiederlo in città sono gli esponenti del gruppo di Traguardi in Consiglio comunale, Beatrice Verzè (capogruppo), Giacomo Cona e Pietro Trincanato, i quali in una nota commentano così l'episodio: «Esprimiamo solidarietà ai tifosi del Marocco per l'agguato che hanno subìto ieri sera e che ci pare particolarmente grave sia per il razzismo profondo che lo ha originato sia per quello che sembra a tutti gli effetti un vile tentativo di attribuire i disordini ai festeggiamenti e, di riflesso, alla comunità straniera. Un plauso va alle forze dell'ordine, - aggiungono ancora Beatrice Verzè, Giacomo Cona e Pietro Trincanato - poiché grazie alla loro prontezza è stato possibile identificare subito i colpevoli e sgombrare il campo da dubbi ed esitazioni sugli artefici del gesto e sulle loro finalità».

Gli stessi esponenti di Traguardi Beatrice Verzè, Giacomo Cona e Pietro Trincanato poi aggiungono: «Questo raid squadrista è collegato all'aggressione gravissima di sabato scorso ai danni di un giovane cameriere veronese massacrato di botte in centro storico per il fatto che in entrambi i casi si tratta di gruppi di persone più o meno organizzati che pensano di poter godere di una impunità di fatto. Vuoi perché sanno di agire in aree ormai desertificate e prive di quel controllo sociale che prima esercitavano, anche solo con la loro presenza, i residenti, come nel caso di sabato scorso, vuoi perché un certo tipo di politica ha sempre derubricato a goliardata i loro gesti di violenza e intolleranza. Da parte nostra - concludono  Beatrice Verzè, Giacomo Cona e Pietro Trincanato - condanniamo senza mezzi termini questi episodi e ci appelliamo a una mobilitazione generale della politica, tutta, il cui compito è anche quello di sostenere la prospettiva di una sana convivenza civile attraverso le azioni quotidiane e di governo che mettano in pratica i valori dell'inclusione e del rispetto».  

Ad intervenire a sostegno della comunità marocchina di Verona in queste ultime ore è stato anche il portavoce dell’opposizione in Consiglio regionale del Veneto, Arturo Lorenzoni, il quale afferma: «Esprimo solidarietà alla comunità marocchina di Verona per le aggressioni subite ieri sera in Corso Porta Nuova, mentre alcuni cittadini del Marocco stavano festeggiando la storica qualificazione della loro nazionale ai quarti di finale dei campionati del mondo di calcio». Lo stesso Arturo Lorenzoni ha poi aggiunto: «Rimango sgomento per quanto avvenuto e solidarizzo con le vittime dell’assalto. Questo non è il volto del Veneto che conosciamo, una Regione accogliente, chiamata a costruire il proprio presente, e il futuro, sulle fondamenta del multiculturalismo. L’unità delle differenze, anche culturali, è un valore da salvaguardare. I mondiali in corso in Qatar sono un’occasione di festa, - conclude Lorenzoni - mai dovremmo assistere a scene di scontri fra cittadini italiani e stranieri».

Concetti ribaditi ancora una volta anche dal segretario cittadino del Partito democratico di Verona, Emanuele Amaini: «Come Pd condanniamo la violenza sempre e ovunque. Vale per l’aggressione del branco ai danni del cameriere fuori da un locale in via Nizza di qualche giorno fa, e vale per i disordini creati ieri sera da una banda di incappucciati in occasione dei festeggiamenti della comunità marocchina per la qualificazione della loro nazionale ai quarti di finale della coppa del mondo di calcio. Condannare la violenza da chiunque provenga, senza se e senza ma, - ha poi precisato Emanuele Amaini - non significa tuttavia non sapere distinguere la diversa matrice delle azioni che in un caso appare delinquenziale e sociopatica, il branco che per futili motivi (una sigaretta!) attacca l’individuo isolato, mentre nel caso dell’assalto ai caroselli di automobili festanti la matrice è chiaramente di tipo politico, xenofoba, tesa ad attaccare fisicamente il diritto di una comunità a calpestare il suolo cittadino. Non possiamo permettere che nella nostra città ci sia qualcuno che si attribuisca il diritto di decidere chi può far festa e chi no, chi ha diritto di camminare per strada e chi no. A Verona - conclude Emanuele Amaini - tutti hanno il diritto di sentirsi cittadini con pari dignità».

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