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Caso Bettarello, Miozzi attacca sulla fuga di notizie: "Crea veleni"

Il presidente della Provincia commenta le notizie odierne sull'indennità di Bettarello come: "azioni che non servono a risolvere i problemi legati al trasporto pubblico"

 

“Ho letto con grande disappunto quanto riportato stamane dalla stampa in merito al presidente di Atv. 
Non condivido assolutamente la scelta di chi ha informato la carta stampata su questioni non solo al momento riservate, ma tuttora in via di definizione. 
Mi dissocio, pertanto, da simili azioni che credo non servano a risolvere i problemi legati al trasporto pubblico, bensì contribuiscano a creare un clima di sospetti e veleni. 
Spiace, in ogni modo, non essere stato intervistato sull'argomento: nel caso, infatti, avrei spiegato che è inutile mettere sul banco degli imputati persone che al momento non sono state condannate.”
Si pronuncia così il presidente della Provincia Giovanni Miozzi in merito ai rumors della stampa locale odierna.
La vicenda in questione vedrebbe tra i suoi protagonisti lo stesso Miozzi e l'attuale presidente dell'Atv Massimo Bettarello,e avrebbe inizio il 26 ottobre 2010, quando l'assemblea dei soci Aptv riconobbe al dimissionario presidente Bettarello un'indennità di fine mandato pari al 15 per cento del compenso lordo annuo, per ogni anno, o frazione di anno. Bettarello, che lasciò per sostituire Soardi travolto dallo scandalo dei rimborsi spese, operò in Aptv dal 23 gennaio 2008 al 30 giugno 2010, percependo 39 mila euro lordi l'anno.
Secondo Giovanni Miozzi però tale indennità è illeggittimamente riconosciuta in quanto non sarebbe supportata né dallo statuto sociale né dalla legge e, comunicando via fax al all'attuale amministratore unico di Aptv Mauro Grezzani, afferma che essa dovrebbe basarsi su elementi e criteri che fanno riferimento alla complessità gestionale e alla situazione di mercato, ai quali non corrisponderebbero le attività svolte da Bettarello in Aptv.
Da qui parte l'iter burocratico per il recupero della somma in questione pari a 14738 euro a cui vanno sommati gli interessi. Nel giugno 2011 tale indennità viene cancellata dall'assemblea dei soci, che decide di recuperare anche le somme già versate. Il 15 settembre parte la raccomandata firmata da Grezzani in cui si chiede la restituzione della somma. Bettarello però risponde affermando l'infondatezza della richiesta sostenendo, che l'indennità di fine mandato prevista come integrazione dell'indennità corrispostam, aggiungendo inoltre che è sotto il tetto massimo del 70 per cento come previsto dalla legge.
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