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Martedì, 23 Aprile 2024
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Minuto di silenzio del Consiglio Veneto per Chiara e Rita. Donne dem: «Alla base dei femminicidi c’è la violenza»

«Alla base di un femminicidio c’è sempre la violenza, che matura in determinati contesti, si consolida nell’ambito di una "carriera" e che quasi sempre affonda le sue radici culturali negli stereotipi di genere», spiega la portavoce delle Donne Democratiche Verona. Minuto di silenzio nella seduta del Consiglio regionale del Veneto svoltasi martedì 14 settembre

Il Consiglio regionale del Veneto ha iniziato ieri, martedì 14 settembre, i suoi lavori di seduta dedicando un minuto di silenzio a Chiara Ugolini e Rita Amenze, le ultime vittime in Veneto di "femminicidio". «Permettetemi un attimo di attenzione. Parlando prima con alcune colleghe e colleghi, mi chiedevano un momento di riflessione per ricordare Chiara e Rita, assieme a tante altre vittime di femminicidi in altre Regioni. – ha detto il presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti -  Altre notizie tragiche arrivano anche oggi. Chiara e Rita hanno avuto una morte violenta e particolarmente efferata che ha visto le realtà veronesi e vicentine come teatro purtroppo di questi gravissimi gesti. Chiedo un minuto di silenzio per Chiara e Rita e con loro di ricordare tutte le vittime di femminicidio nel nostro Paese».

Donne dem: «Rappresentazioni falsate alimentano scia di sangue»

Nel frattempo ad intervenire pubblicamente sulla questione della cosiddetta "violenza di genere" sono state anche le Donne Democratiche Verona attraverso la loro portavoce Sabrina Ugolini che in una nota spiega: «Dietro all’assassinio di una donna non c’è mai la sofferenza per una separazione, il rimorso per un progetto coniugale naufragato o la frustrazione per la mancata assegnazione dei figli, come leggiamo troppo spesso nelle ricostruzioni giornalistiche, nei rapporti di polizia e perfino nelle carte processuali. Alla base di un femminicidio c’è sempre la violenza, che matura in determinati contesti, si consolida nell’ambito di una "carriera" e che quasi sempre affonda le sue radici culturali negli stereotipi di genere».

La stessa Sabrina Ugolini quindi precisa: «Il non sapere cogliere questo filo rosso che lega tutti i femminicidi nei mutati contesti sta rendendo poco efficaci i pur importanti interventi legislativi che si sono susseguiti, spesso in modo bipartisan negli ultimi 20 anni. Seppure esistano statistiche diverse, il dato incontrovertibile, infatti, è che il fenomeno del femminicidio non si riduce in maniera proporzionale alle aspettative e agli sforzi profusi. La commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio presieduta da Valeria Valente, - aggiunge ancora Sabrina Ugolini - di recente ha messo in rilievo la carenza di formazione che spesso contraddistingue gli stessi operatori: giudici, magistrati, avvocati, personale sanitario. Spesso non si riesce a contestualizzazione correttamente la vicenda finendo per sottovalutare l’azione di elementi fondamentali tra i quali al primo posto ci sono contesti di violenza, fisica o psicologica che sia».

La portavoce delle Donne Democratiche Verona Sabrina Ugolini conclude così la sua disamina: «C’è bisogno di parlare di più di quello che sta accadendo, di queste morti, ma bisogna farlo al di fuori degli stereotipi che vogliono la donna come un oggetto, preda sessuale e sempre pronta a fare un passo indietro per sopperire ai bisogni della famiglia e a rimediare alla carenza dei servizi pubblici. Serve educazione all’affettività nelle scuole, e maggiore formazione tra gli operatori professionali. Uno sforzo collettivo da parte di tutti: mass media, scuola e istituzioni per rompere questo circolo mortale».

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