La manifestazione antiaborto, il convegno di Forza Nuova e «i giornalisti baracche x maiali»
«Giornalistucoli da quattro soldi, servi di ideologie e schemi totalmente staccati dalla realtà, a voi va tutta la nostra commiserazione». Breve ed umile tentativo di redenzione giornalistica
Come noto nella giornata di sabato 24 novembre a Verona si è svolto presso Porta Palio il convegno "Verona Vandea d’Europa" promosso dalla formazione politica di estrema destra Forza Nuova. Nel corso del pomeriggio era inoltre stato organizzato dal comitato "No194" un corteo, cui gli stessi militanti forzanovisti avevano annunciato di partecipare, per protestare contro la Legge 194 che consente e regola in Italia la procedura medicalmente assistita dell'aborto.
I partecipanti sarebbero stati circa 150, mentre più numerosa sarebbe stata la "contromanifestazione" promossa da diverse sigle del territorio impegnate su posizioni diametralmente opposte. Non è nostra intenzione restaurare la più classica "guerra dei numeri", forse a Porta Palio e al corteo "no 194" erano 200 le persone presenti invece che 150 (noi a Porta Palio ci siamo passati verso mezzogiorno e a quell'ora ad essere tanti erano certamente gli agenti della polizia), forse erano di meno gli "antifascisti" di piazza Isolo, forse...Sta di fatto che, in modo pressoché unanime, i quotidiani locali e nazionali che si sono interessati all'argomento hanno riportato la scarsa presenza numerica, sia per quanto riguarda l'appuntamento di FN a Porta Palio, sia al corteo contro l'aborto del comitato "No194", cui i militanti forzanovisti hanno preso parte. La cosa non è piaciuta ai promotori delle iniziative e di mezzo ci sono andati i giornalisti (non è una novità, già).
Al centro degli anatemi forzanovisti, in particolare, sono finiti sia il quotidiano L'Arena che il Corriere del Veneto, quelli cui è andata meglio siamo noi di Veronasera: semplicemente FN non ci considera "giornalisti", il che di questi tempi può essere quasi un vantaggio. «Fenomeni giornalistici che anziché provare a fare (bene) il proprio mestiere proiettano sulla carta stampata le loro morbose fissazioni», «giornalistucoli da quattro soldi, servi di ideologie e schemi totalmente staccati dalla realtà, a voi va tutta la nostra commiserazione». Questi gli attacchi riservati ai giornalisti de L'Arena. Ai colleghi del Corriere non è andata meglio, giudicati colpevoli di aver titolato un articolo «Flop della manifestazione pro-vita», sono stati prontamente definiti dei «faziosi strilloni». È però tra i commenti ai vari post Facebook della pagina di FN Verona che si possono ritrovare le perle migliori, come quella di un certo S.P. (che qualcuno forse ricorderà per altre vicende), il quale non ha perso l'occasione per definire «i giornalisti baracche x maiali». Il nostro premio "creatività" lo assegniamo senz'altro a lui con piacere.
Ciascun lettore è ovviamente in grado di attribuire il giusto peso a simili attacchi deliberati a quella che, senz'altro con fin troppa enfasi e pomposità, viene spesso chiamata in causa quale diritto fondamentale delle democrazie, vale a dire la cosiddetta "libertà di stampa". Il ruolo dei giornali e la professione dei giornalisti subìsce attacchi non da ieri e non solo a Verona, non è quindi questo il fulcro del presente articolo. Nostra è invece la volontà di provare a comprendere le ragioni di tanto astio rivelatosi in queste ore da parte di FN Verona verso la classe dei giornalisti. Che ci fosse poca gente alla manifestazione contro l'aborto e al convegno di Porta Palio, è un dato di fatto che nemmeno il Segretario Provinciale dei forzanovisti, Pietro Amedeo, ha voluto smentire, se è vero come è vero ch'egli stesso scrive con una punta di sarcasmo: «C’erano poche persone. Incredibile! E sarebbe questa la notizia?», per poi aggiungere in merito alla «scarsa affluenza al corteo» che «lo sapeva anche topo gigio». Dunque, qual è stato l'inghippo, se effettivamente la partecipazione è stata scarsa?
Cerchiamo di capire. Il problema non è stato di aver fornito una notizia "falsa", essendo in realtà "vera", vale a dire il numero esiguo di partecipanti agli appuntamenti di ieri. Il peccato capitale della stampa locale e nazionale, è stato quello di aver dato risalto alla cosa, vale a dire di aver messo in evidenza che la gente al corteo e al convegno era poca, questo perché i promotori sapevano fin dall'inizio che la partecipazione sarebbe stata scarsa, poiché, sostiene il segretario di FN Pietro Amedeo, «eventi simili, hanno proprio come obiettivo quello di risvegliare le coscienze di una popolazione cattolica che sta da tempo perdendo aderenza con quei princìpi cattolici non negoziabili, quali appunto la netta contrarietà all’aborto, e che quindi proprio per questo non erano in piazza con noi». In sostanza il vero problema sarebbe che questi temi stanno «scivolando dalle coscienze dei cattolici, e che la cosiddetta "Verona de destra" non sia in effetti davvero tale fino in fondo».
Tutto chiaro? Proviamo dunque a fare un'ipotesi di titolo di giornale composto e pensato da "veri giornalisti" e non da «giornalistucoli da quattro soldi, servi di ideologie», all'indomani della manifestazione e del convegno di ieri: «Flop delle coscienze a Verona: i presunti cattolici di destra stanno a casa, mentre FN difende la vita». Si potrebbe certamente migliorare ancora, ma siamo convinti di essere sulla giusta via. Vi è però ancora un ultimo passaggio da affrontare. Bisogna ascoltare anche le parole del Presidente nazionale Comitato NO194 ed omonima associazione, l'Avvocato Guerini, il quale ha scritto un lungo post su Facebook dove spiega ed analizza «i perché del successo del nostro corteo di ieri a Verona».
«Se agli occhi dell’idiota con la bocca spalancata e la lingua a penzoloni, - scrive il Presidente nazionale Comitato NO194 - il successo di un evento si basa sul mero confronto numerico in termini di partecipanti tra di esso e la sua contromanifestazione, un essere umano dotato anche di un minimo di capacità intellettiva è ben in grado di comprendere che la copertura di Tg1, Tg3 regionale, Tg5, Tg7, Ansa, Corriere della Sera e Fatto Quotidiano, per limitarmi alle principali fonti di informazione, rappresenti un grosso risultato sul piano mediatico che trascende ogni valutazione numerica, tanto più per il dibattito sul tema che si è sviluppato di conseguenza». Capito l'antifona? Non è mica il numero di partecipanti a un evento quello che conta, ad essere davvero importante è il numero di giornalisti che lo seguono.
In fondo in fondo, forse, il vero peccato dei «giornalistucoli da quattro soldi, servi di ideologie» è il fatto di essere troppo modesti. Invece che titolare i loro articoli basandosi sui numeri relativi all'affluenza di partecipanti al convegno e al corteo, avrebbero dovuto concentrarsi sul fatto che, loro, «i giornalistucoli da quattro soldi», erano accorsi in massa, loro erano in tanti e quindi gli appuntamenti erano «un successo». Un titolo di giornale ben riuscito, dunque, se abbiamo ben capito, ma potremmo sempre star sbagliando, quest'oggi avrebbe potuto essere: «Flop delle presunte coscienze cattoliche a Verona, solo FN difende la vita. Un successo il convegno, tanti i giornalisti presenti». Ecco, abbiamo provato a fare del nostro meglio, ma c'è sicuramente almeno ancora un grosso difetto nel titolo: forse è un po' lungo. Dopotutto, però, non si può pretendere troppo da noialtri, siamo solo giornalisti.