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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Libri Gender, politica veronese sempre divisa sul programma di Sboarina

Prosegue la discussione iniziata nei giorni scorsi: il Popolo della Famiglia chiede al sindaco di mantenere le promesse della campagna elettorale, Salemi lo invita invece "ad applicare il buon senso e a rivedere l'intervento"

Alla battaglia ideologica scoppiata per un punto del programma elettorale del neo sindaco Federico Sboarina, che intende togliere dalle scuole e dalle biblioteche comunali tutti i libri e le pubblicazioni che promuovono l'equiparazione della famiglia naturale alle unioni di persone dello stesso sesso, si sono aggiunti nella giornata di venerdì altri due protagonisti. 

Alla lettera in cui i rappresentanti di editori e bibliotecari chiedevano al primo cittadino di fare dietrofront sull'argomento, sono seguite le considerazioni di esponenti politici e associazioni, ognuno dei quali dava o meno il proprio appoggio all'iniziativa. 
Ad intervenire sulla questione ora è il Popolo della Famiglia, il quale chiede a Sboarina di mantenere la parola data in campagna elettorale. Il gruppo infatti ritiene doveroso "tutelare il diritto costituzionale che conferisce ai genitori, mamma e papà, il primato sulla scelta educativa dei figli. Un diritto prioritario rispetto ad una mal intesa 'libertà di stampa'. Questi libri scavalcano tale diritto in maniera subdola, utilizzando anche un linguaggio nuovo, mellifluo e ambiguo al fine di inculcare, nella fase evolutiva, una linea di pensiero antropologicamente corrotta: come l'ha definita Papa Francesco - uno sbaglio della mente umana".
Il candidato sindaco alle scorse elezioni per il PdF ha poi spiegato: "La libertà di stampa non ha nulla a che fare con questa faccenda. Si mettano in pace gli editori. Quelle pubblicazioni esistono ed esisteranno sempre e chiunque può scegliere di acquistarle, ma si può ed è doveroso renderle non accessibili a quelle fasce d'età più critiche e malleabili.
Come è possibile mettere nelle mani dei ragazzi pubblicazioni che contengono anche istigazioni a reati, come ad esempio in quei libretti dove si promuove la pratica dell’utero in affitto, punita in Italia (Legge 40/2004 art.12, comma 6) con un’ammenda che parte da 600.000 euro?
Che scuola è quella che promuove reati o assurdità scientifiche come il fatto che un bambino possa avere due mamme o due papà? Così come gli alcolici non devono essere somministrati ai minori per ragioni ovvie legate alla salute e allo sviluppo, o come il fumo dovrebbe essere vietato ai minori, così anche queste forme di 'indottrinamento ideologico e culturale' devono essere tenute a debita distanza dai più piccoli.
Ora, però, il punto è un altro: nonostante la maggioranza degli elettori abbia scelto Sboarina come sindaco a fronte di un programma che su questo tema, onestamente, non aveva molto di ambiguo, saprà resistere alle pressioni dei media, delle lobby gay e del pensiero unico o cederà alle logiche di una forte corrente interna che, in piena linea di continuità con la precedente amministrazione e ricca di voti, è notoriamente a favore dei cosiddetti 'diritti civili'?
Il Popolo della Famiglia incoraggia il Sindaco Sboarina a non avere paura e a non cedere alle minacce che arriveranno. Tolga quei libri dalle scuole e faccia in modo che non siano a disposizione dei più piccoli nelle biblioteche comunali. Mantenga la parola data in campagna elettorale, si carichi di questa responsabilità, compia il suo dovere verso i genitori di Verona: avrà solo meriti". 

Di ben altra opinione Orietta Salemi, lei stessa candidata al posto di sindaco alle ultime elezioni con il Partito Democratico.
"Cosa devono leggere i bambini nelle scuole e a casa? Di certo lo devono decidere da un lato i genitori e dall'altro gli educatori, che vivono a contatto col bambino e con il giovane, ne seguono responsabilmente lo sviluppo psicofisico e pedagogico - ha affermato Salemi -. La famosa 'teoria gender' tanto invocata da una parte della politica non è presente nei piani formativi delle scuole. Bensì, con la legge 'La Buona Scuola', è stata introdotta l'educazione alla parità di genere che è un concetto semplice quanto corretto, attento a sviluppare un'educazione rispettosa della persona. E in questi tempi, in cui le prepotenze e violenze tra i più giovani sono all'ordine del giorno, c'è davvero bisogno di educare alla equilibrata affettività e al rispetto della persona. Per questo invito il neo-sindaco di Verona Federico Sboarina ad applicare il buon senso e a rivedere l'intervento che prevede di togliere dalle biblioteche i libri considerati 'proibiti'. Anche l'esperienza di molti anni nella scuola mi ha fatto maturare la convinzione che i divieti o la messa all'indice di libri non aiutano i cittadini di domani a crescere con consapevolezza e responsabilità. Anzi! Il rischio di ottenere effetti contrari e devianti è più facile laddove non c'è accompagnamento rispettoso della persona nella sua complessità di sviluppo.
Anche la Regione Veneto in questo ha voluto rincorrere un populismo inutile e, per certi versi provocatorio, votando una mozione nel 2015 dal titolo 'La scuola non introduca ideologie destabilizzanti e pericolose per lo sviluppo degli studenti quali l'ideologia gender'. Si tratta di prese di posizione, che, estranee a qualsiasi interesse di vero confronto su un tema delicato come lo sviluppo armonico del bambino o dell'adolescenza, pregiudicano qualsiasi seria riflessione di carattere pedagogico ed etico. Al neo-sindaco di Verona e alla giunta regionale chiedo di uscire dalla logica della propaganda e di occuparsi di più di bisogni come la certezza della programmazione formativa o il diritto allo studio, che sono esigenze concrete dei nostri studenti e dei nostri insegnanti, così come di prevedere incentivi per le nostre biblioteche che di certo non hanno bisogno di veder consumare sulla propria pelle inutili battaglie ideologiche". 

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