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Dopo defezioni e attacchi, Lega Verona si difende: «Siamo uniti e compatti»

Parlamentari, consiglieri e assessori regionali e comunali leghisti replicano a chi ha definito la Lega scaligera «non un partito ma un centro di potere» e rinnovano l'appoggio a Zavarise e Fontana

«La Lega ha raggiunto risultati elettorali mai visti prima in Veneto. Il nostro movimento è compatto e unito nel portare avanti con determinazione la propria azione amministrativa. Rinnoviamo e ribadiamo la nostra massima fiducia e il nostro pieno supporto all’operato del segretario della Liga Veneta Lorenzo Fontana e del segretario provinciale Nicolò Zavarise». Così i parlamentari, i consiglieri e gli assessori regionali e comunali della Lega di Verona rispondono alle polemiche di un'opposizione definita «alla frutta e vuota di contenuti» e smentiscono la notizia della rimozione dell'ex ministro dalla guida politica della Lega a livello regionale.

Non si possono, invece, smentire le defezioni dei tre consiglieri comunali di Verona Roberto Simeoni, Paolo Rossi e Thomas La Perna, usciti dal gruppo della Lega. Ed anche Edi Maria Neri è stata tagliata dalla giunta comunale ed è ormai un ex assessore. Fatti che hanno scatenato le reazioni del Partito Democratico e di Verona e Sinistra in Comune.
Per i consiglieri PD Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani, questa perdita di pezzi da parte della Lega a livello locale contribuisce «a sfatare il mito della Lega come partito radicato sul territorio e come luogo ideale dove fare politica tra la gente. Soprattutto con l'ultima gestione Fontana-Zavarise la Lega veronese, che in città prende soltanto l’8% dei consensi, è diventata quasi esclusivamente un centro di potere dove si sale e si scende a seconda delle amicizie interne, come accaduto proprio con Zavarise che da ex assistente di Fontana è stato fatto assessore».
Completamente opposti i commenti degli esponenti leghisti, secondo cui «il partito ha ottenuto percentuali record e, a livello provinciale, con Nicolò Zavarise, importanti risultati amministrativi sono stati ottenuti: abbiamo scongiurato la svendita di Agsm a Milano, abbiamo portato avanti battaglie politiche per la tutela del nostro aeroporto, ci siamo riattivati per la riapertura dopo il lockdown, siamo scesi in piazza a fianco dei titolari di attività, fortemente penalizzati dalle chiusure, portando a Roma le loro istanze, abbiamo difeso il lavoro dai rischi di maxiaggregazioni e abbiamo tutelato gli asset strategici del territorio. E ribadiamo con altrettanta forza le nostre perplessità e preoccupazioni sulla gestione dei cantieri del filobus, questione peraltro ancora irrisolta, e su altri progetti come quello dello stadio, su cui abbiamo chiesto ed ottenuto l'indispensabile coinvolgimento del Credito Sportivo, quale organo di garanzia e controllo. Nella Lega non ci sono divisioni o rivalità. Non accettiamo lezioni da parte di chi rappresenta forze politiche annientate dal consenso del nostro movimento alle ultime elezioni regionali».
Il consigliere di opposizione Michele Bertucco ha qualcosa da ridire sui successi che la Lega si è attribuita. «L'unico giochino rimasto alla Lega è quello di abbaiare al sindaco senza morderlo mai, come accaduto nella vicenda Agsm-A2A quando la Lega è uscita allo scoperto contro la fusione al buio solo dopo che la strada era stata spianata dalle opposizioni. L'obiettivo principale infatti non sono le politiche comunali ma le poltrone, primariamente quella di Agsm».
Ma per scudare la Lega dall'attacco di Bertucco è intervenuto il rieletto consigliere regionale Stefano Valdegamberi. «La scellerata operazione volta a portare Agsm in seno ad A2A è stata bloccata grazie alla presa di posizione della Lega di Verona. Un'azione coraggiosa, senza la quale oggi Agsm non sarebbe più sotto il controllo dei veronesi».

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