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"Da Verona sono arrivati fascisti che picchiavano le donne": i commenti di Bossi su Pontida

Il "Senatùr" prende parola per raccontare quanto ha visto durante il raduno leghista di domenica. E su Tosi ammette: "Abbiamo avuto problemi quando ho dovuto cacciare la sua famiglia dal partito"

Le contestazioni di Pontida tornano a far parlare, ma questa volta a prendere parola è quello che in molti definirebbero l'altro lato della barricata: se infatti nei giorni scorsi abbiamo ascoltato le dichiarazioni di Maroni e Tosi in merito ai fischi ricevuti dal sindaco di Verona al raduno nazionale, questa volta è Umberto Bossi a rivolgersi ai giornalisti e a dire la sua.

FASCISTI DA VERONA - "In Veneto per forza dobbiamo fare" il congresso. "Non c'é una sola provincia che sta in piedi da sola". Così Umberto Bossi conversando con i cronisti a Montecitorio a proposito della manifestazione della Lega a Pontida, dove - racconta - "c'erano fascisti che picchiavano anche le donne". "Secondo me venivano da Verona...". "Le province sono tutte commissariate in Veneto. Un congresso dobbiamo farlo per forza", prosegue Bossi. I cronisti chiedono se Maroni sia d'accordo con l'idea del congresso: "Non lo so - risponde il presidente del Carroccio - C'é troppa gente della base che reclama. Ne ho parlato con Maroni, troveremo una soluzione". Quanto ai "fascisti" a Pontida - prosegue Bossi - "li ho visti io. Avevano i guanti neri". I giornalisti gli chiedono se intenda riferirsi al sindaco di Verona, Flavio Tosi, ma Bossi replica così: "In passato c'é stato qualche problema tra noi, quando aveva tutta la sua famiglia nella sede della Lega e io li ho cacciati".

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