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Politica Centro storico / Piazza Erbe

Colonnello Sanders batte Barbarani, Kfc aprirà nel centro storico di Verona

Nonostante le prese di posizione del sindaco e del suo assessore al commercio, la catena americana del pollo fritto avrà il suo terzo punto vendita in città a due passi da Piazza Erbe

Pare ormai persa la battaglia di chi voleva impedire l'apertura del fast-food marchiato Kfc nel centro storico di Verona. La catena americana del pollo fritto avrà dunque il suo terzo punto vendita nel capoluogo, dopo quelli in Corso Milano e in Adigeo. E lo avrà a due passi da Piazza Erbe, nonostante le polemiche e la particolare protesta dialettale messa in bocca al poeta Berto Barbarani, la cui statua si troverà ora poco distante dal terzo Kfc di Verona.

«Il salotto di Verona non deve diventare terra di conquista delle multinazionali del fast food», aveva dichiarato l'assessore al commercio di Verona Nicolò Zavarise. «Stiamo valutando molto attentamente sul fatto che questa attività possa aprire o no. Stiamo parlando di decoro e bellezza di uno dei nostri gioielli, che abbiamo il compito di preservare», aveva detto il sindaco Federico Sboarina. Ma alla fine Kfc aprirà, anche se dovrà sottostare al divieto introdotto questa estate dalla giunta scaligera. I prodotti fritti, insieme ai cibi etnici orientali o mediorientali, sono infatti inclusi tra quelli per cui non è possibile la vendita per asporto in centro storico.
Ma il consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco prevede che anche su questo divieto l'amministrazione dovrà fare retromarcia. «Le leggi e la pianificazione del centro storico permette a Kfc di aprire a due passi da Piazza Erbe e lo farà senza alcun problema, mentre la giunta comunale che aveva promesso di alzare le barricate contro l'invasione del cibo straniero molto probabilmente sarà costretta a ritirare anche il divieto dell'asporto contro fritti e cibi etnici - ha detto Bertucco - Dopo tante chiacchiere e solenni promesse di una soluzione alla questione del pollo fritto, Sboarina e soci non hanno combinato nulla, e non si è vista alcuna valorizzazione delle produzioni veronesi. Tanta agitazione per nulla, quindi, mentre il centro storico continua ad essere soffocato dalle auto e, tra poco, anche dagli alberghi».
«È triste, soprattutto, che la povertà culturale e politica dell'amministrazione Sboarina sia tale da rendere la battaglia del pollo fritto una battaglia dirimente oltre che perdente - hanno aggiunto i consiglieri comunali del Partito Democratico Federico Benini, Elisa La Paglia e Stefano Vallani - Il centro storico nel frattempo continua a soffrire di seri problemi di vivibilità per i residenti che lo sta spopolando e altri problemi di fruibilità per i turisti. Il programma di pedonalizazioni non è andato avanti mentre persino il piano per l'abbattimento delle barriere architettoniche è in ritardo. Sboarina lascia la città storica con un fast food in più e nessuna riforma conclusa».
E sulla vicenda sono intervenuti anche Tommaso Ferrari e Pietro Trincanato, consigliere comunale e presidente del movimento civico Traguardi: «Il "caso Kfc" è l'ennesimo esempio di una giunta che sbraita senza senso del ridicolo sulla volontà di difendere le tradizioni e valorizzare le eccellenze locali, salvo poi non concludere nulla. Sboarina e Zavarise promettevano battaglia per impedire alla catena americana di aprire un nuovo punto vendita all'angolo con Piazza Erbe, ma alla fine il pollo fritto ha avuto la meglio e per mascherare la sconfitta, sindaco e assessore non hanno trovato nulla di meglio che introdurre un divieto d'asporto, che varrà solo per i fast food e i locali etnici. Una limitazione al libero commercio che sembra basata più sui gusti gastronomici di chi amministra, che su regole oggettive e valide per tutti».

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