rotate-mobile
Martedì, 23 Aprile 2024
Politica Centro storico / Piazza Bra

Ipab tra caro bollette e ipotesi di riforma, Spi, Fnp e Uilp: «Vigileremo sull'operato del nuovo governo»

«La gestione della non autosufficienza è a una svolta, il tempo stringe sia per provvedimenti di visione che per quelli di emergenza», spiegano le segretarie generali dei sindacati veneti dei pensionati Elena Di Gregorio (Spi Cgil), Tina Cupani (Fnp Cisl) e Debora Rocco (Uilp Uil)

Le Ipab, ovvero le Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza nelle quali rientrano i Centri anziani e le Case di riposo, stanno affrontando una nuova grave crisi: dopo quella della pandemia, ora a preoccupare il sistema sono soprattuto gli aumenti delle bollette che rischiano di diventare una concreta e diretta minaccia alla loro esistenza. Le stesse famiglie che vi si affidano, per la cura dei loro cari, rischiano di dover fronteggiare aumenti di circa 1.800 euro all'anno. Una questione che in queste ore viene posta al centro delle discussione anche da esponenti politici e sindacati in Veneto.

«Bisogna riformare il settore prima che crolli. - spiega Mariafrancesca Salzani, consigliera di San Pietro Incariano, già candidata del terzo polo (Lista Azione-Italia Viva-Calenda) e componente dell'assemblea Nazionale di Italia Viva - La soluzione esiste: da centro servizi per anziani devono trasformarsi in aziende servizi alla persona. Queste ultime potrebbero rivestire un ruolo strategico nella somministrazione di servizi multipli su tutte le fasce della popolazione di medicina territoriale ma soprattutto di welfare di comunità».

Sul tema sono intervenuti anche i sindacati Spi, Fnp e Uilp del Veneto per i quali «questi sono mesi cruciali per ridisegnare la gestione della non autosufficienza». In particolare viene ricordato che la gestione della non autosufficienza nella popolazione anziana è una condizione che interessa «tre milioni di persone, di cui 180mila sono in Veneto». La questione del caro bollette, inoltre, secondo i dati forniti dai sindacati coinvolgerebbe «30mila famiglie venete che hanno un familiare ospitato in struttura». Le segretarie generali dei sindacati veneti dei pensionati Elena Di Gregorio (Spi Cgil), Tina Cupani (Fnp Cisl) e Debora Rocco (Uilp Uil) spiegano: «La gestione della non autosufficienza è a una svolta, il tempo stringe sia per provvedimenti di visione che per quelli di emergenza abbiamo spinto tantissimo per l’approvazione della legge delega sulla non autosufficienza, ma per mantenere i finanziamenti del Pnrr la data di scadenza del percorso legislativo è marzo 2023: vigileremo affinché il nuovo governo e il nuovo parlamento non perdano altro tempo, perché non ce n’è».

Se dunque, per i sindacati, la riforma delle Ipab da un lato «trasformerebbe questi luoghi in Aziende pubbliche di servizi alla persona», facendole diventare «un anello della sanità territoriale con l’offerta, per esempio, di servizi diurni», dall'altro resta l'urgenza del caro bollette: «È assolutamente prioritario ora che la Regione trovi le risorse per sterilizzare l’aumento delle rette nelle case di riposo che, anche con impegnativa, sono comunque elevate, siamo nell’ordine di 1.800 euro mensili, più di quanto prende la metà dei pensionati in Veneto. Ora si corre il rischio che, a fronte del caro energia, vengano aumentate fino a livelli insostenibili per la maggior parte degli anziani e delle loro famiglie», evidenziano le segretarie generali dei sindacati veneti dei pensionati Elena Di Gregorio (Spi Cgil), Tina Cupani (Fnp Cisl) e Debora Rocco (Uilp Uil).

Sull'argomento è intervenuta anche la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Erika Baldin, componente della Commissione Sanità: «Dopo oltre vent'anni di attesa (con il Veneto ultima regione in Italia) non si pensi di riformare le Ipab in fretta e furia, senza una discussione ampia e partecipata». L'esponente veneta del M5S quindi aggiunge: «I nodi da affrontare sono tanti: come evitare la privatizzazione della rete pubblica delle case di riposo, come sostenere le dotazioni organiche, come garantire la sostenibilità economica e sociale nel medio-lungo termine e non soltanto nell'emergenza. Per questo chiedo con forza un dibattito che si svolga con tempi congrui, nella sede istituzionale prevista ovvero la Commissione Sanità. Auspico che la discussione si sviluppi a partire da una proposta chiara da parte della giunta e coinvolga tutti i portatori degli interessi delle persone anziane, delle loro famiglie e dei lavoratori delle case di riposo», conclude Baldin.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Ipab tra caro bollette e ipotesi di riforma, Spi, Fnp e Uilp: «Vigileremo sull'operato del nuovo governo»

VeronaSera è in caricamento