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Inquinamento da Pfas, Rotta: "La Regione smetta di fare scaricabarile"

La deputata veronese del Partito Democratico entra decisa sulla questione dei provvedimenti da prendere per contrastare la contaminazione da sostanze perfluoro alchiliche che ha colpito le province di Vicenza, Verona e Padova

La Regione Veneto smetta di fare scaricabarile sulla questione Pfas, rispetto alla quale, come Zaia sa perfettamente, il ministero dell'Ambiente ha fatto la sua parte, adempiendo alle funzioni di indirizzo e supporto alla regione con l’istituzione e il coordinamento, tra le altre attività istituzionali, del Gruppo di lavoro tecnico, prontamente istituito nel 2013, per procedere alla fissazione di standard di qualità ambientale (SQA) per la valutazione dello stato delle acque superficiali e la fissazione di valori soglia (VS) per la valutazione dello stato chimico delle acque sotterranee e al fine di effettuare i relativi adeguamenti normativi in funzione delle nuove sostanze rilevate.

Ad affermarlo è la deputata veronese del Partito Democratico Alessia Rotta, che interviene sulla questione dell'inquinamento da sostanze perfluoro alchiliche che ha colpito le province di Vicenza, Verona e Padova. 

Il Gruppo, di cui fanno parte esperti dell’Istituto Superiore di Sanità e degli Istituti di ricerca IRSA-CNR e ISPRA, è stato integrato nel 2016, sempre per iniziativa del ministero, con i rappresentanti delle regioni, in particolare del Veneto e delle relative Autorità di distretto. È stato fornito alla regione, su sua richiesta, il supporto tecnico-scientifico in relazione alla fissazione dei valori limite di emissione nelle acque reflue, materia questa di esclusiva competenza regionale.

Da settembre 2016, in relazione all’evolversi della situazione e all'acquisizione dei nuovi dati di monitoraggio, sono stati condotti 6 incontri del Gruppo di lavoro tecnico, l’ultimo dei quali il 25 maggio scorso, in cui è intervenuto il ministero della Salute per gli aspetti sanitari di competenza.

Dallo scorso maggio il ministero dell’Ambiente si è inoltre attivato affinché le regioni predispongano specifici monitoraggi per delimitare in tutta Italia i siti industriali o di trattamento delle acque reflue in cui possano presentarsi casi di contaminazione da Pfas e sta procedendo con la valutazione del danno ambientale collegato alla contaminazione da Pfas in Veneto, in collaborazione con l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.

Inoltre, la Direzione generale per le valutazioni e le autorizzazioni ambientali sta seguendo le attività di valutazione nell’ambito del regolamento dell'Unione europea in seno alla agenzia ECHA, European Chemicals Agency, per le autorizzazioni o restrizioni per l’uso e la commercializzazione dei prodotti contenenti sostanze Pfas.

Il ritardo con cui è stata affrontata la questione Pfas è responsabilità esclusiva della Regione: dopo la definizione dell'Accordo di programma per la tutela del Fratta-Gorzone, che versava in uno stato di vero e proprio abbandono da tempo, il Governo ha atteso per mesi un piano di interventi coerente con gli obiettivi dell'Accordo.

Invece di puntualizzare sui soldi, già previsti dal Dpcm, Zaia e la sua giunta pensino ad avere pronti i progetti e i piani di intervento, senza i quali non si potranno utilizzare le risorse.

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