Cà del Bue, chieste risposte dopo l'incendio ed il revamping senza Via
Dopo il rogo di sabato scorso e l'esclusione della valutazione di impatto ambientale dall'iter per la riattivazione dell'impianto, presentate interrogazioni in Regione ed anche al Governo
Dopo l'esclusione della valutazione di impatto ambientale per la sua riattivazione e l'incendio di sabato sera, il termovalorizzatore veronese di Cà del Bue è tornato ad essere al centro del dibattito politico e non solo nei confini comunali di Verona.
Come il consigliere comunale Michele Bertucco, anche alcuni consiglieri regionali del Veneto hanno presentato un'interrogazione per ottenere dalla Regione delle risposte sulla dinamica che ha innescato l'incendio, ma anche per conoscere quale sarà il futuro dell'impianto. Cristina Guarda di Europa Verde, Anna Maria Bigon ed Andrea Zanoni del Partito Democratico ed Elena Ostanel del Veneto che Vogliamo scrivono: «Non possiamo attendere un ennesimo incendio, magari con rischi concreti per l'ambiente e la salute dei cittadini, prima di comprendere quale sia il destino dei forni in disuso a Cà del Bue».
Ma i consiglieri Zanoni e Bigon hanno presentato anche un'interrogazione per chiedere una valutazione di impatto sanitario prima di dare il via libera al revamping dell'impianto. «Troviamo poi alquanto bizzarre le affermazioni secondo cui l'impatto ambientale sarà circoscritto al comune di Verona - ha detto i due esponenti del PD - È chiaro che in qualsiasi momento, con particolari condizioni meteo, le emissioni dell'impianto varcheranno i confini. È necessario procedere con maggiore cautela. In questo momento storico non devono essere adottate scorciatoie, perché sappiamo tutti, oggi ancora di più, quanto sia importante avere l'aria pulita, a garanzia della nostra salute».
«Un grave errore escludere l'impianto di Cà del Bue dalla valutazione d'impatto ambientale. Abbiamo segnalato l'accaduto, con un'interrogazione, al ministro dell'ambiente Sergio Costa». Questo, invece, il commento di Francesca Businarolo, deputata veronese del Movimento 5 Stelle. «Non ci si può accontentare delle rassicurazioni da parte di Agsm - ha aggiunto Businarolo - Gli abitanti, preoccupati in particolare per i rumori e gli odori che potrebbe sprigionare l'impianto, hanno il diritto di conoscere nel dettaglio l'impatto ambientale dell'operazione, in nome del diritto alla salute. L'azienda dice che gli effetti resteranno all'interno del territorio comunale di Verona, ma temo che queste parole non possano essere sufficienti».