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In casa Pdl si avvicina la resa dei conti

Si dimezzano gli assessori veronesi e gli esclusi affilano le armi

Da una parte c’è chi esulta e dall’altra chi prepara piani di battaglia per le future tenzoni. Situazioni normali in seguito ad una competizione elettorale, se l’una e l’altra parte fossero maggioranza ed opposizione. Il fatto è che a Verona queste vicende stanno accadendo all’interno della maggioranza.

Anzi, più in particolare del Pdl. Dove già dalle passata tornata elettorale, quella che metteva in palio la Provincia, aveva iniziato a covare sotto la cenere uno scontro fra compagini che si è progressivamente evoluto ed avvitato su se stesso.

Una contrapposizione apparsa già chiara in campagna elettorale ma che adesso, dopo l’ufficializzazione della nuova Giunta regionale, rischia di trasformarsi in una lotta senza quartiere. Perché il fatto che siano solo due i rappresentanti scaligeri nell’esecutivo di Zaia, il leghista Luca Coletto alla Sanità ed il Pdl Massimo Giorgetti all’agricoltura, a fronte dei quattro della passata legislatura, potrebbe davvero scontentare troppa gente Come si diceva, i problemi stanno per buona parte nel partito di Berlusconi, e non sono certo solo la conseguenza dell’arretramento del Pdl avvenuto a livello veneto.

“A fronte del risultato generale Verona è una delle provincie in cui abbiamo avuto i migliori risultati”, conferma Stefano Bertacco, che è stato coordinatore cittadino sino al giorno del voto. “Così come stato indicato da Zaia la composizione della Giunta è stata fatta tenendo conto del principio di territorialità e non dei voti di preferenza, così purtroppo, nonostante l’ottimo lavoro che aveva svolto, è rimasto fuori Bendinelli”. Quel Bendinelli che, sostenuto da un’ampia coalizione capeggiata dal sottosegretario Aldo Brancher ora deve sperare in una, per quanto improbabile, nomina a presidente del consiglio per non rischiare di finire fra le seconde linee.

Insomma ancora una volta dal braccio di ferro con i brancheriani pare essere uscito vincitore l’asse fra ex-An ed ex-Fi di area galaniana. Con quali ripercussioni sia sugli equilibri interni al partito, al quale le liti in paiono fare molto bene, che sulla sorte di amministrazioni ed enti lo si saprà solo nei prossimi giorni. Diversa, invece, la situazione in casa Lega, dove non ci sono fratture evidenti, anche se un qualche malcontento lo si registra perché ci si attendevano almeno due posti in esecutivo.

“In seguito ad una scelta precisa, abbiamo ottenuto l’assessorato più pesante, che ora comprende anche l’edilizia sanitaria e che da solo vale il 75 per cento del bilancio regionale, e Verona avrà un peso nelle commissioni”, taglia corto Alessandro Montagnoli, deputato che il giorno dei risultati elettorali aveva ventilato una Lega-arraffatutto. Una Lega che comunque sta sicuramente continuando ad espandersi.

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