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Meloni alla Camera: «Noi con l'Ue e l'Ucraina, nessuna simpatia per il fascismo. Sì all'autonomia». Plauso di Zaia: «Parole significative»

Sulla pandemia da Covid-19 la premier italiana Giorgia Meloni ha detto: «L’Italia ha adottato le misure più restrittive dell’intero Occidente. Non replicheremo, in nessun caso, quel modello»

Giorgia Meloni, la nuova presidente del Consiglio, ha reso quest'oggi, martedì 25 ottobre, alla Camera dei deputati le dichiarazioni programmatiche del nuovo governo italiano in attesa del voto di fiducia. Nel corso del suo intervento, la leader di Fratelli d'Italia ha dichiarato che «il mio ringraziamento, il più sentito, va ovviamente al popolo italiano, a chi ha deciso di non mancare all’appuntamento elettorale e ha espresso il proprio voto, consentendo la piena realizzazione del percorso democratico, che vuole nel popolo, e solo nel popolo, il titolare della sovranità». Meloni ha poi ribadito che il suo sarà «un governo politico, pienamente rappresentativo della volontà popolare».

In merito alla politica internazionale, la nuova premier Giorgia Meloni ha detto: «L’Italia è a pieno titolo parte dell’Occidente e del suo sistema di alleanze, Stato fondatore dell’Unione europea, dell’Eurozona e dell’Alleanza atlantica, membro del G7 e, ancor prima di tutto questo, culla, insieme alla Grecia, della civiltà occidentale e del suo sistema di valori, fondato su libertà, uguaglianza e democrazia, frutti preziosi che scaturiscono dalle radici classiche e giudaico-cristiane dell’Europa. Noi siamo gli eredi di San Benedetto, un italiano, patrono principale dell’intera Europa». La stessa Meloni ha poi aggiunto: «Noi, per intenderci, non concepiamo l’Unione europea come un circolo elitario, con soci di serie A e soci di serie B o, peggio, come una società per azioni e diretta da un consiglio d’amministrazione, con il solo compito di tenere i conti in ordine. L’Unione europea per noi è la casa comune dei popoli europei e, come tale, deve essere in grado di fronteggiare le grandi sfide della nostra epoca, a partire da quelle che gli Stati membri difficilmente possono affrontare da soli».

Le dichiarazioni programmatiche del Governo Meloni

Intervenendo in modo ancor più esplicito sul conflitto tra Russia ed Ucraina, la premier Giorgia Meloni ha spiegato che «l’Italia continuerà a essere partner affidabile in seno all’Alleanza atlantica, a partire dal sostegno al valoroso popolo ucraino che si oppone all’invasione della Federazione russa, non soltanto perché non possiamo accettare la guerra di aggressione e la violazione dell’integrità territoriale di una nazione sovrana, ma anche perché è il modo migliore di difendere il nostro interesse nazionale». In un altro passaggio importante del suo discorso Giorgia Meloni ha anche affrontato il tema del "fascismo", sostenendo che «libertà e democrazia sono gli elementi distintivi della civiltà europea contemporanea, nei quali da sempre mi riconosco e, dunque, - ha aggiunto Giorgia Meloni - anche qui, a dispetto di quello che strumentalmente si è sostenuto, non ho mai provato simpatia o vicinanza nei confronti dei regimi antidemocratici; per nessun regime, fascismo compreso, esattamente come ho sempre reputato le leggi razziali del 1938 il punto più basso della storia italiana, una vergogna che segnerà il nostro popolo per sempre». 

Sul tema della pandemia, la nuova premier italiana ha evidenziato che «purtroppo, non possiamo escludere una nuova ondata di Covid o l’insorgere, in futuro, di una nuova pandemia, ma possiamo imparare dal passato, per farci trovare pronti». Giorgia Meloni ha quindi aggiunto: «L’Italia ha adottato le misure più restrittive dell’intero Occidente, arrivando a limitare fortemente le libertà fondamentali di persone e attività economiche, ma, nonostante questo, è tra gli Stati che hanno registrato i peggiori dati in termini di mortalità e contagi. Qualcosa decisamente non ha funzionato e, dunque, voglio dire, fin d’ora, che non replicheremo, in nessun caso, quel modello». 

Giorgia Meloni - foto Ufficio Stampa Palazzo Chigi-2

Giorgia Meloni - foto Ufficio Stampa Palazzo Chigi

Per quanto riguarda invece il programma relativo alle riforme istituzionali, Giorgia Meloni ha anzitutto detto di voler realizzare «una riforma che consenta all’Italia di passare da una "democrazia interloquente" a una "democrazia decidente"». La presidente del Consiglio ha quindi specificato meglio: «Vogliamo partire dall’ipotesi di un semipresidenzialismo sul modello francese, che in passato aveva ottenuto un ampio gradimento anche da parte del centrosinistra, ma rimaniamo aperti anche ad altre soluzioni. Vogliamo confrontarci su questo con tutte le forze politiche presenti in parlamento, per arrivare alla riforma migliore e più condivisa possibile. Ma sia chiaro che non rinunceremo a riformare l’Italia, se ci trovassimo di fronte opposizioni pregiudiziali». Da parte di Giorgia Meloni è quindi stato toccato un tema molto caro al Veneto e non solo, ovvero quello dell'autonomia: «Parallelamente alla riforma presidenziale, - ha dichiarato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni - intendiamo dare seguito al processo virtuoso di autonomia differenziata già avviato da diverse regioni italiane secondo il dettato costituzionale e in attuazione dei principi di sussidiarietà e solidarietà, in un quadro di coesione nazionale».

Un passaggio quest'ultimo che è stato particolarmente apprezzato dal governatore del Veneto Luca Zaia, il quale in una nota ha commentato così: «Come veneti ringraziamo Giorgia Meloni per la sensibilità dimostrata. Nel suo discorso per la fiducia davanti alla Camera la presidente ha espresso l’intenzione di dar seguito al processo di autonomia differenziata già avviato.  Si tratta di un indirizzo e di una presa di impegno davvero importante».

Lo stesso presidente della Regione del Veneto Luca Zaia ha quindi aggiunto: «Una presa di impegno davvero significativa questa di Giorgia Meloni, in linea con l’impegno preso con i veneti e con tutti i cittadini italiani che han creduto che la Costituzione sia il punto di riferimento per ogni riforma. Lo è ancor più per l’autonomia, - ha ribadito Zaia - i padri costituenti infatti, tra essi Luigi Einaudi, nel 1948 dicevano che ad ognuno bisogna dare l’autonomia che gli spetta. Penso quindi che nel percorso dell’autonomia differenziata non facciamo altro che mostrare il massimo rispetto per la Costituzione, per i padri costituenti, per i cittadini che hanno sostenuto questo governo e che chiedono riforme, con in testa i Veneti che hanno sostenuto il referendum sull’autonomia che ha portato alle urne 2.273.000 persone», ha concluso il governatore del Veneto Luca Zaia.

Camera dei Deputati, l'intervento di replica della presidente Giorgia Meloni

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