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Serre verticali e comunità energetiche a impatto 0 «per un futuro più green per Verona»

Tommaso Ferrari, consigliere comunale di Traguardi, insieme a un team di esperti composto da Antonio Bottega, Giorgio Manzani e Valter Macchi, ha esposto la proposta del suo movimento per la zona di Verona Sud

«La sfida ambientale, per Verona, è una straordinaria opportunità di attrattività e di sviluppo, per pianificare il futuro della città e rimettere davvero i quartieri al centro della programmazione politica. Per questo deve essere posta al primo posto». Tommaso Ferrari, consigliere comunale di Traguardi, introduce così la presentazione della proposta del movimento civico per il futuro di Verona Sud, presentata sabato a Palazzo Barbieri insieme a un team di esperti composto da Antonio Bottega, Giorgio Manzani e Valter Macchi. Al centro della proposta la rigenerazione in chiave green dell’area di Verona Sud.

«La sfida ambientale vede le città come necessarie protagoniste di cambiamenti e di una progettazione diversa che possa centrare gli obiettivi europei al 2030 così come l’obiettivo decarbonizzazione al 2050» commenta Antonio Bottega, già professore di Sistemi Energetici al Politecnico di Torino. «Per farlo servono modelli innovativi come le comunità energetiche: gruppi di cittadini consumatori (es. condomini, vie, interi quartieri, negozi e PMI) ad impatto 0 che soddisfano il proprio fabbisogno di energia producendola. I vantaggi per i cittadini sono evidenti da subito con la riduzione del costo energetico in bolletta, e la collettività beneficia della riduzione della CO2 e di una maggiore indipendenza energetica. Chiediamo che il Comune di Verona avvii una sperimentazione partendo da Verona Sud, zona martoriata da politiche di viabilità in questi anni dissennate e che ha diritto a un suo riscatto “verde”».

«Il progetto consiste in una Comunità energetica fra alcuni edifici comunali, il cui fabbisogno viene completamente soddisfatto da energia rinnovabile e autoprodotta» continua Giorgio Manzani, esperto di mercati elettrici. «Una sperimentazione in loco permette di sviluppare un know how che rimarrà nel territorio e potrà essere reimpiegato in altri contesti. I soldi per partire potrebbero già esserci: il 14 gennaio scorso il Ministero dell'Interno ha destinato 250.000 euro al Comune di Verona per interventi di efficienza energetica su edifici e competenze comunali. È l’occasione perfetta per investire l’intera somma nello sviluppo e la sperimentazione di una Comunità Energetica Comunale».

Ma la Verona sostenibile del futuro non è fatta solo di energia: la città, come molte altre in Europa, deve affrontare il tema della riqualificazione delle aree produttive dismesse, numerosissime nel territorio comunale, che rappresentano un problema in termini urbanistici e di degrado. «Un problema che può trasformarsi in una sfida avvincente se la politica decide di prendere l'iniziativa» spiega Valter Macchi, esperto di efficienza energetica degli edifici. «ENEA - Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile - ha da poco avviato il progetto Ri-Genera, che promuove la trasformazione di vecchi edifici abbandonati in nuove "fattorie verticali", cercando applicazioni nel Nord Italia, partendo proprio dal Veneto. È un’occasione da non perdere: chiediamo all'Amministrazione di candidarsi, e di stimolare la creazione di un vero e proprio green district nell'area di Basso Acquar, che versa in condizioni di estremo degrado e fatica, pur essendo alle porte del centro, a trovare una sua identità, fra attività chiuse e capannoni dismessi. Il progetto è partito in Veneto e noi crediamo possa e debba essere una possibilità per la nostra città: un modo efficace non solo per "riempire i vuoti" ma soprattutto per integrare sviluppo sostenibile, innovazione e riscatto dei quartieri».

«Rigenerazione dei quartieri, comunità energetico ed efficientamento spinto degli edifici, in modo da renderli confortevoli, a bassissimo fabbisogno energetico e a zero emissioni. È così che immaginiamo la Verona di domani – prosegue Macchi –. Il rapporto della Global Alliance for Buildings and Construction presentato alla COP25 di Madrid ha evidenziato edifici, abitazioni e settore dell’edilizia sono responsabili del 39% di tutte le emissioni globali di anidride carbonica.
Se pensiamo che oltre il 60% degli edifici residenziali sono stati costruiti prima del 1980 e che il 42,5% hanno più di 50 anni capiamo che è urgente applicare soluzioni strutturali che ridurrebbero l’inquinamento della nostra città e creerebbero ricadute positive sull’occupazione locale.
Le tecnologie ci sono, si tratta solo di metterle in atto».

«La transizione ecologica ed energetica sarà il driver del futuro – conclude Ferrari – e Verona deve prepararsi per accogliere e facilitare questo cambiamento epocale, divenendo sempre più attrattiva per investimenti innovativi. Così daremo futuro, lavoro e prospettiva alla città. Questo è solo l’inizio: la task force verde di Traguardi, grazie a molti esperti che collaborano con noi, nei prossimi mesi renderemo pubbliche altre proposte per una Verona a Impatto 0 che saranno presenti nel programma per le elezioni a Verona nel 2022».

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