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Martedì, 23 Aprile 2024
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Milleproroghe e fondi per le periferie, Lega: "Rimediamo a errori Pd". La replica: "Falso"

"Il governo - sostengono i parlamentari della Lega - ha liberato 2 mld di euro per tutti i Comuni che vantano avanzo di bilancio e che potranno così investire in servizi per i cittadini"

«Renzi e il PD avevano promesso soldi che non c'erano e che quindi non si potevano spendere. A dirlo è la sentenza numero 74/2018 della Corte Costituzionale di aprile 2018, che dichiara incostituzionale il comma della finanziaria del 2016 che prevedeva fondi per la seconda parte dei Comuni finanziati. Quindi i primi 24 Comuni sono stati finanziati regolarmente, quelli del secondo giro no». È quanto afferma l'On. Paolo Paternoster, deputato della Lega alla Camera, in merito al decreto milleproroghe che ha sollevato numerose polemiche in quanto avrebbe cancellato, tra gli altri, anche i fondi precedentemente previsti per progetti di recupero nell'area di Veronetta.

Di quest'avviso l'On. veronese Alessia Rotta che ha attaccato duramente la maggioranza sulla «sbandierata "svolta epocale" di cui il Governo gialloverde si sta vantando in queste ore e che consisterebbe nell’aver dato ai Comuni più risorse, sostenendo peraltro di essere il primo a farlo dopo molti anni. Sono stati i governi del Pd - spiega quindi l'On. Rotta - ad abolire il patto di stabilità interno e a mettere più risorse per sbloccare gli avanzi di amministrazione dei Comuni. Il governo gialloverde mette 140 milioni di euro per il 2018 e 320 per il 2019, mentre nella legge di bilancio 2017 i nostri governi avevano stanziato 900 milioni di euro per il 2018 e altrettanti 900 per il 2019».

Il vero nodo della vicenda, tuttavia, starebbe in ogni caso nel luogo di provenienza delle risorse, al di là della loro quantità. Così come spiegato sempre dall'esponente veronese del Pd, l'attuale maggioranza avrebbe investito denaro da mettere a disposizione dei Comuni, dopo averlo "sottratto" al bando periferie istituito dal Governo Renzi: «Dove prende i soldi il Governo gialloverde? - si chiede l'On. Rotta e risponde - Li prende dal bando delle periferie, fatto dal Governo Renzi nel 2015 e che prevedeva 2 miliardi e 100 di investimento per infrastrutture ed opere di riqualificazione urbana. Il che significa che molti Comuni da qui al 2020 si vedranno bloccato l’investimento e non potranno fare gare magari previste nel giro di qualche mese».

La controreplica da parte della maggioranza sull'argomento è ben sintetizzata dalle parole contenute in una nota firmata dai parlamentari Veneti della Lega: «Sul "Fondo Periferie" è evidente il grave errore commesso dal Pd, stoppato dalla Corte Costituzionale che ha dichiarato l’incostituzionalità del comma 140, dell’articolo 1 della legge n. 232 del 2016, in quanto "non prevede un’intesa con gli enti territoriali in relazione ai settori di spesa rientranti nelle materie di competenza regionale". Solo infatti il 15 per cento dei progetti del bando periferie risulta immediatamente esecutivo. Per porre rimedio a questo errore grossolano del Pd, il governo ha deciso di posticipare 96 progetti dei Comuni capoluogo e delle città metropolitane sul "bando periferie"».

Anche in questo caso, però, non è mancata una nuova risposta polemica da parte della stessa deputata Pd Alessia Rotta: «Ormai totalmente nel pallone per la vicenda del "bando periferie", gli esponenti M5S e Lega balbettano che l’hanno dovuto fare per "sentenze della Corte Costituzionale". È falso, - spiega l'esponente Pd - quella sentenza dice che, a livello di singolo Comune, deve essere sbloccato tutto l’avanzo disponibile, non solo i 140 milioni che loro hanno messo (togliendoli alle periferie). Del resto, se la Corte ha ritenuto insufficienti i 3,64 miliardi di sblocco avanzi messi a disposizione negli ultimi tre anni dal governo Pd, è difficile pensare che si accontenti di 140 milioni».

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